“La Voce della Bellezza”, la premiazione a Palazzo Grazioli
“La bellezza ha bisogno di uno sguardo che la illumini. Senza quello sguardo non c’è bellezza”. Sono le parole con cui il costituzionalista e scrittore di successo, Michele Ainis, ha commentato i lavori dei tanti giornalisti italiani che hanno partecipato al premio “La Voce della Bellezza”, istituito dalla Fondazione Marilena Ferrari. La premiazione si è svolta ieri sera nella sede romana della Fondazione, a Palazzo Grazioli. Il concorso, che ha avuto il patrocinio dell’ Ordine Nazionale dei Giornalisti, ha raccolto molti articoli e alcuni servizi video sul tema: “L’Italia etica racconta la sua bellezza” , scelto per la prima edizione anche sulla scorta di una ricerca del Censis sul bisogno di tornare al mettere al centro della vita nazionale questo tipo di valori. E proprio Giulio De Rita, del Censis, ha tratto un’osservazione importante dalla lettura dei lavori partecipanti: “un senso di orgoglio – ha detto – per possedere, come italiani, tanta bellezza”. Piuttosto – ha aggiunto – c’è da fare un’osservazione sul giornalismo italiano sempre pronto a vedere il lato dei mali di questo paese e poco o nulla il bello e il buono. I partecipanti a questo premio sono stati dei veri anticonformisti, capaci di scoprire e raccontare bene i lati positivi e nascosti di questo bellissimo Paese”.
Una nota compiaciuta sulla qualità della scrittura dei pezzi finalisti è stata espressa da Adriano Guarnieri, professore associato di Astronomia e Astrofisica all’Università di Bologna: “ineccepibili sia nella struttura narrativa che nella fluidità della scrittura. Davvero una piacevole sorpresa considerando la qualità media di tanti servizi che si leggono e si ascoltano oggi”.
Di qualità ha parlato anche Alessandra Arachi del Corriere della Sera partendo dai risultati di una ricerca del Censis sui nati digitali che ha messo in luce come, fra i giovanissimi, uno su quattro apprezzi molto la bellezza di un libro di carta. “Soprattutto nel mondo digitale – ha detto Arachi – bisogna recuperare la qualità”.
Un concetto ripreso da Cesare Protettì, direttore della Scuola di Giornalismo della Lumsa, soffermandosi sulla decisione della Giuria di non assegnare il premio riservato ai blogger. “La partecipazione è stata molto scarsa – ha detto – e di qualità sensibilmente più bassa rispetto a quella delle sezioni Giornalisti e Praticanti delle Scuole, nelle quali – ha aggiunto – non è stato facile operare una scelta. Molto alta, in genere, anche la qualità dei prodotti provenienti dalle scuole di Giornalismo”.
“A giudicare da questi lavori il domani è roseo per l’attenzione al patrimonio italiano di bellezza”, ha commentato Fabio De Paolis, per anni a fianco di Roberta Cardinali nella comunicazione del gruppo FMR-Art’è.
“Tutto questo è bello, buono e utile” disse Dio, nella tradizione ebraica, guardando il Creato – ha concluso Fabio Lazzari, presidente di Utet Grandi Opere e videpresidente di FMR- e noi, come Fondazione, abbiamo voluto che i bello il buono e l’utile di questo Paese venisse finalmente raccontato senza conformismi alla rovescia. Perché siamo d’accordo con la frase del personaggio di Shakespeare: “La bellezza salverà il mondo”.
E’ seguita la cerimonia di consegna degli attestati e dei premi.
Per la categoria giornalisti professionisti è stata premiata Nicoletta Masetto, con un articolo pubblicato sul Messaggero di Sant’Antonio dal titolo “Emilia a testa alta: sei mesi dopo il sisma” .
Per la categoria dei praticanti delle Scuole riconosciute dall’Ordine è stato premiato Antonio Siragusa, della Scuola di Giornalismo dell’Università di Urbino per “La storia di Napoli nel guanto dell’imprenditore anticlan”.
Menzione speciale per Giordano Locchi della Scuola Superiore di Giornalismo Università Luiss Guido Carli per l’articolo “Casperia, la rinascita attraverso la bellezza”.
Anche il “popolo della rete” ha decretato i suoi vincitori, che ieri sera hanno ricevuto un attestato. Sono la giornalista Bruna Larosa, con l’articolo pubblicato su “Calabria produttiva” dal titolo “L’agricoltura ecocompatibile nel Parco del Pollino” e ancora il praticante Giordano Locchi, per l’articolo su Casperia.
La Giuria del Premio, che era presente al completo eri sera a Palazzo Grazioli, è formata da Michele Ainis, costituzionalista; Alessandra Arachi, giornalista del Corriere della Sera; GiulioDe Rita,ricercatore Censis; Fabrizio Ferragni, giornalista RAI; Fabio Lazzari, presidente di UTET Grandi Opere e Vice Presidente di FMR; Adriano Guarnieri, professore associato di Astronomia e Astrofisica all’Università di Bologna; Cesare Protettì, direttore della Scuola di giornalismo della Lumsa e il Card. Ersilio Tonini.
Al timone della Fondazione Marilena Ferrari, dopo la scomparsa, nel dicembre scorso, di Marilena Ferrari che era stata l’ideatrice e l’instancabile animatrice dell’iniziativa e alla quale ora è intitolato il Premio, c’è ora Fabio Lazzari. Il presidente ricorda che il Premio ha voluto incentivare il “racconto pubblico dell’altra faccia dell’Italia: non quella degli scandali, delle malversazioni, degli egoismi, dei reati contro l’ambiente e la persona, ma quella – sempre più in ombra – di un’Italia bella, creativa, positiva, solidale e custode consapevole del suo immenso patrimonio ambientale e culturale”. Un anno fa erano gli stessi italiani a chiederlo, come risulta dall’indagine del Censis, commissionata dalla Fondazione Marilena Ferrari e presentata alla stampa l’anno scorso a Roma, contemporaneamente al lancio del premio giornalistico. (Nella foto al centro il Presidente di Utet Grandi Opere e vicepresidente di FMR, Fabio Lazzari con i premiati)
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