Moresco ed EgoRego, mi faccio la scarpa con l’Ipad
“Ma se ti porto un disegno mi puoi fare la scarpa dei miei sogni?”: tante donne sono entrate nel laboratorio di Giorgio Moresco, a Roma, con questa precisa domanda. Lui, paziente, accettava accettava bozzetti e organizzava colloqui con le clienti direttamente in negozio. Affezionato all’antica atmosfera della sartoria dove il rapporto sarto-cliente è più intimo e il tempo si dilata lasciando libero sfogo alla fantasia, Giorgio Moresco organizzava passava le ore nella sua boutique con chi voleva una propria scarpa esclusiva. Ma ci voleva un sacco di tempo e non mancavano gli equivoci. Poi è arrivata l’ipad. E tutto è cambiato. Moresco ha unito le sue forse a quelle dei ragazzi di EgoRego, una web agency di creativi, e ha realizzato ShoesMe, un sistema basato su computer per creare la scarpa perfetta per ciascuno di noi grazie ad un grado di personalizzazione che prima era impossibile raggiungere. Sull’Ipad la scarpa si presenta scomposta in ogni sua parte: dal tacco al plateau, dal tallone alla punta, passando per dettagli come fiocchi e zip, tutti in grafica 3D. La tecnologia touch permette di scegliere le innumerevoli varianti di ogni pezzo. Poco a poco, con semplici gesti prende vita il progetto della propria scarpa ideale. Così l’applicazione per iPad ShoesMe disponibile nell’AppStore dal 12 marzo scorso, è diventata pioniera di un nuovo modo di vivere la moda italiana.
Ma chi è Giorgio;Moresco? Lui si definisce, con molta umiltà, “un calzolaio italiano”, ma è invece un prezioso ambasciatore del vero made in Italy nella calzatura ed un innovatore nell’uso delle tecnologie. Made in Italy non significa infatti solo creatività, ma anche perfezione dei dettagli, qualità dell’assemblaggio, bellezza e unicità dei materiali. E’ in questo che crede Giorgio Moresco. Dopo una vita passata tra il suo negozio di via dei Baullari a Roma e i laboratori dei mastri calzolai, ha conservato l’idea di offrire alle sue clienti un prodotto unico e longevo, fatto su misura per i gusti del’acquirente.
La scarpa “virtuale” è un anticipo perfetto di quella reale che sarà realizzata dagli artigiani nel tempo necessario a una produzione così mirata. I tempi di produzione della scarpa creata con ShoesMe si aggirano attorno alle due settimane. Non esiste un magazzino, il prototipo è la scarpa creata in digitale. “Il disegno e la progettazione – spiega Moresco – lo studio del modellista, il taglio, l’orlatura, l’assemblaggio è tutto un processo fatto da artigiani italiani. Fatto a mano. Il rito dell’artigianalità sopravvive ed è possibile coglierlo dai dettagli. La tomaia è tagliata a mano così come le cuciture; ogni forma combacia esattamente senza sbavature. Al termine del processo vi è un controllo minuzioso della scarpa che viene rifinita e pulita di eventuali imperfezioni”. “Il mio team – precisa Giorgio Moresco – si serve dei macchinari soltanto durante la fase di accoppiatura (unire cioè il sottopiede con la suola), inchiodare il tacco e la tomaia al sottopiede. Non vogliamo che la macchina renda vana l’unicità di un prodotto fatto a mano”.
Rivalutare l’artigianato italiano, dunque, si può con l’inventiva e l’uso consapevole di mezzi contemporanei che ne permettono una maggiore fruizione.
Il saper fare italiano ha, nel corso della storia, evoluto il concetto di qualità e di bellezza nell’ambito della moda. Era il 1951 quando, nella cornice di Villa Torrigiani a Firenze, tutto il mondo cominciò a scoprire e ad apprezzare il Made in Italy. Nella villa si svolgeva una sfilata di sartorie esclusivamente italiane organizzata da un visionario (Giovan Battista Giorgini) che aveva convocato anche e la stampa: in pochi giorni l’eco mediatica dell’evento conquistò l’Europa spingendosi oltreoceano fino in America.
Da allora l’estro e la creatività italiane si sono espressi sempre ad altissimo livello, con creazioni uniche nate da nomi ormai nell’Olimpo della storia della moda mondiale come le sorelle Fontana, Emilio Pucci, Valentino Garavani, Versace, Salvatore Ferragamo. Proprio quest’ultimo ha saputo esaltare e reinventare la scarpa da donna, dilatandone le potenzialità d’espressione. Fu lui ad inventare e brevettare la zeppa, ingegnandosi nell’uso di un materiale povero e facilmente reperibile come il sughero. (Francesca Marcone)
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