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E contro il Covid-19 anche la musica del Theremin

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27/02/2020

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E contro il Covid-19 anche la musica del Theremin

Durante la fase più calda e drammatica dell’emergenza coronavirus, tra le migliaia di foto, meme e video che hanno circolato sui social, c’è stato un miniconcerto straordinario: un’orchestra con una donna che suona uno strumento chiamato Theremin e che viene toccato non dalle mani, ma solo dall’energia che si sprigiona da esse facendo certi movimenti. In questo modo si forma un campo magnetico e il suono che viene prodotto sembra quello di un violino o di un violoncello, ma a tratti anche di una una dolcissima voce (simile a quella di Noah, per dare un’idea, ma la potete ascoltare direttamente qui sotto) in una meravigliosa e famosa colonna sonora di Ennio Moricone per “La vita è bella”.
Solo tre paesi del mondo hanno scuole di musica che insegnano a suonare il Theremin (che una volta si chianava eterofono): Russia, Giappone e Irlanda.
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Un articolo di Andrea Bedetti su Music Voice ci racconta come questo strumento sia stato inventato all’inizio del Novecento dall’ingegnere e musicista russo Lev Termen e fa un ritratto della sua interprete più straordinaria, Clara Rockmore.

“Come capita spesso – scrive Bedetti – l’invenzione di questo strumento musicale può essere considerata del tutto fortuita, visto che il suo ideatore, l’ingegnere e violoncellista sovietico Lev Termen, nel 1919, all’età di ventitré anni, mentre stava lavorando in un laboratorio, intento a misurare la densità dei gas nel vuoto con dei particolari apparecchi di sua invenzone, si rese accidentalmente conto che muovendo le mani nei pressi di questi apparecchi si produceva un fischio che variava di frequenza, a seconda che le mani fossero più o meno vicine a essi. Intuendo di avere scoperto un sistema per produrre dei suoni, decise di effettuare numerosi esperimenti che lo portarono a creare un nuovo strumento musicale, da lui chiamato eterofono“. Solo più tardi Termen, una volta emigrato in America, lo chiamerà Theremin.

“Il Theremin – spiega Bedetti – è composto da un cabinet, il quale ospita tutte le componenti elettroniche, sul quale si trovano due antenne, una verticale e l’altra orizzontale; avvicinando e allontanando la mano dall’antenna verticale si controlla l’intonazione del suono, mentre tramite l’altra antenna, quella orizzontale, sempre avvicinando e allontanando la mano, si controlla il volume del suono che si emette.

Rari filmati d’epoca mostrano la più grande interprete del passato di questo strumento: la musicista russa, poi naturalizzata americana, Clara Rockmore (qui sotto).

Clara Rockmore

Nata a Vilnius, la capitale della Lituania, nel 1911, Clara Reisenberg (questo il suo vero nome) a soli quattro anni, su invito del leggendario violinista e docente Leopold Auer, fu accettata al conservatorio di San Pietroburgo, grazie alle sue prodigiose doti violinistiche.

“Con lo scoppio della Rivoluzione, la famiglia Reisenberg – ricorda Bedetti – decise di lasciare la Russia per tornare in Lituania, da dove Clara, con la sorella Nadia, ottima pianista, la quale la accompagnò sempre al pianoforte, formando un sodalizio musicale che durò tutta la vita, diede inizio a un tour in diversi Paesi europei. Nel 1921, i Reisenberg emigrarono in America e si stabilirono a New York, dove Clara avrebbe voluto continuare gli studi di violino, ma i continui dolori che avvertiva al braccio destro la spinsero a farsi visitare dai specialisti, la cui diagnosi fu a dir poco impietosa: a causa di un problema alle ossa e alle articolazioni dell’arto Clara fu costretta a interrompere la sua attività di straordinaria violinista. Ma il destino, dopo averle tolto il violino, la risarcì qualche anno dopo, esattamente nel 1928, quando Clara conobbe il connazionale Lev Termen, anch’egli rifugiatosi a New York, che le fece provare la sua invenzione, il Theremin. Clara fu folgorata da questo strumento e grazie al suo orecchio assoluto ne diventò ben presto una virtuosa”.

Clara Rockmore morì nel 1998, lasciando il suo straordinario strumento (che Termen aveva costruito espressamente per lei) alla sua ultima allieva Dalit Warshaw, musicista e compositrice che continua a perpetuare la storia della sua grande maestra.

Ramona Calvino

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