Umanismi: il blog delle due rose. L’uomo non può vivere senza comunità
Una grafica semplice e pulita, ma anche elegante. Un blog realizzato da quatro giovani: Tommaso Michea Giuntella,Pietro Taraborrelli, Emanuele Colazzo, Tobia Morandi. E con due rose, una bianca e una rossa sotto la testata. Che cosa significano? Che cosa vuole veicolare Umanismi? Lo spiegano gli stessi autori nella pagina “Perchè”.
“Chi ha paura delle due Rose? Certamente chi non ha mai provato a coltivarne di rosse e di bianche nella stessa aiuola. Umanismi nasce da questa idea che è tanto semplice da apparire folle: vi sono nella storia sentieri del pensiero filosofico, politico, sociale e persino nella produzione culturale, che hanno messo a fuoco un orizzonte comune e sono pronte a divenire realmente un’unica strada maestra.
“L’orizzonte – spiegano gli autori – è il nuovo umanesimo, un’idea di società collettiva, di comunità organizzata degli uomini che sia davvero al servizio degli uomini. Se i tempi hanno dato torto a chi ci insegnava che il mercato lasciato libero da vincoli avrebbe generato equità, non daranno certo ragione agli individualismi e alle istanze isolate e settorializzate, per loro stessa natura poco inclini alla sintesi.”
“Torniamo all’uomo, suggerisce Umanismi -all’idea che l’uomo non può e non vuole vivere senza una comunità, che la società è più che mai solida. Laddove si è professato il contrario le forme istituzionali di rappresentanza e organizzazione sono state delegittimate in favore di élite a volte segrete, altre tanto potenti da palesarsi, in ogni caso altrettanto organizzate.
L’inganno secondo cui un certo confuso ritratto di superuomo sarebbe bastato a sé stesso e alla propria realizzazione, lontano dall’altro o in continua competizione con esso, è una fascinazione tipica delle età decadenti, ma non ce la possiamo più permettere.
Perché esistono alcune grandi tradizioni, forti dei giganti sulle cui spalle hanno viaggiato fin qui – ricordano gli autori – che avevano centrato il nocciolo della questione hanno provato a metterci all’erta a più riprese da oltre un secolo e si ostinano a voler proporre un’analisi delle cose umane e una via maestra comune, non a caso la citazione che riposa all’ombra di Umanismi è “ciò che è prezioso e degno d’amore ai nostri occhi è l’uomo, il vecchio bevitore di birra, creatore di miti, combattivo, fallace, sensuale e rispettabile. E le cose fondate su questa creatura restano in perpetuo; le cose fondate sulla fantasia del Superuomo sono morte con le civiltà morenti che sole le hanno partorite”. (Gilbert Keith Chesterton).
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