Micro mosaici al Museo Mario Praz di Roma
Una rassegna di gemme musive molto di moda durante la prima metà del diciannovesimo secolo: una mostra itinerante dal titolo “Ricordi in micro mosaico. Vedute e paesaggi per i viaggiatori del Gran Tour” è di scena al Museo Mario Praz di Roma.
Molto più di un semplice ambiente espositivo: attraversando ogni sua sala si ha la netta sensazione di sfogliare un’enciclopedia di cultura ed eleganza, dove la scultura la pittura e la letteratura respirano a pieni polmoni; il Museo Mario Praz, scrigno prezioso, un tempo abitazione del celebre intellettuale romano, ospita, fino al 10 giugno una collezione di oggetti straordinari, poco noti al pubblico di massa, conosciuti con il nome di micro mosaici o mosaici minuti, provenienti da istituzioni museali e collezioni private di tutto il mondo. Esposti nelle teche del Museo di Via Zanardelli a Roma, questi oggetti incanteranno il visitatore per ciò che simulano e nascondono, per il loro celarsi dietro una tecnica talmente raffinata da imitare alla perfezione la miniatura in pittura, pur essendo composti da singole tessere. Si rimane a bocca aperta quando, davanti ad una di queste opere, è impossibile calcolare lo spessore di uno qualunque dei tasselli che la compongono: smalti colorati, surriscaldati e poi stesi, fanno fatica a raggiungere il mezzo millimetro d’ampiezza. La tecnica del micro mosaico prende piede a Roma intorno al primo decennio del diciottesimo secolo, per via di una già consolidata tradizione musiva. Alle soglie del diciannovesimo secolo i mosaicisti raggiungono traguardi straordinari emulando con perfezione chirurgica la resa del colore sulla tela: il successo è enorme ed il mercato strizza l’occhio all’arte neonata spingendo verso una produzione di oggetti quotidiani. Tabacchiere, orecchini, scatole, spille, collane e fermacarte così impreziositi, divengono immediatamente oggetti ambiti per i protagonisti del Gran Tour, in altre parole, per gli artisti ed i nobili di origine inglese e nord europea, che attraversano, nel corso della prima metà dell’ottocento, l’Europa occidenta