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“Da Vermeer a Kandinsky”, Rimini ospita cinque secoli di arte

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06/03/2012

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“Da Vermeer a Kandinsky”, Rimini ospita cinque secoli di arte

Rimini trionfa con una mostra in grado di raccogliere cinque secoli di storia dell’arte: dieci sale per  un sentiero costellato da capolavori mai affiancati finora e tutti i maestri della pittura rispondo all’appello.

 

Un dialogo serrato tra secoli e nazioni, un numero impressionante di capolavori, dieci sale per un percorso vertiginoso: fino al tre giugno Rimini sarà teatro di un esperimento espositivo ambizioso ed appassionante, a Castel Sismondo un coro di luci ed ombre, volti e paesaggi, corpi e sensazioni evocheranno i maestri della pittura che hanno scandito il fluire dell’arte e del pensiero dal sedicesimo al ventesimo secolo:  titolo della mostra “Da Vermeer a Kandinsky”.  Marco Goldin, storico dell’arte di fama internazionale, tra i più celebri curatori di mostre in Europa, orchestra un percorso lungo il quale gli spazi sembrano quasi a stento contenere la potenza delle tele: la luce riflessa sulle pieghe dell’acqua del bacino di San Marco, dalla mano del Canaletto, illumina il vedutista Wright of Derby ed ispira le energiche pennellata  di Johan Constable, fino a dissolversi tra le nebbie di Turner. Dal paesaggio alla figura umana: si attraversa Castel Sismondo ed i corpi vestono prima il mito sulle tele del Tiepolo, poi l’allegoria nel dittico di Francesco Guardi noto con il titolo di “Abbondanza e Speranza”: a pochi centimetri  da tutto questo i capolavori di Jean Francois Millet, cinti d’assedio dai colori di alcuni Van Gogh. Quando le mostre vivono di simili opere, si sottraggono per natura ad una esposizione cronologica divisa per sezioni, riuscendo a lanciare ponti lunghi secoli o migliaia di chilometri per raccontare al pubblico le  trasformazioni concepite dai Grandi sui molteplici soggetti di cui la pittura da sempre si nutre. Tecniche diverse, ma simili le ispirazioni: dalla realtà dei volti riconsegnati maestosi, profondi ed ultraterreni dal gesto di Van Dyck, di Velasquez e di El Greco agli scenari onirici di Monet e Rothko fino ad arrivare, passando per Picasso e Francis Bacon,  alla revisione del concetto di forma  attraverso l’immagine della natura descritta da Mondrian e Kandinsky. Un evento epocale, che fino al 3 giugno vedrà Rimini protagonista indiscussa della stagione espositiva 2012.

Andrea Mazzuca

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