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San Leo, un borgo medievale tra storia e strane alchimie

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02/08/2012

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San Leo, un borgo medievale tra storia e strane alchimie

In questa provincia di Rimini, sembra che il tempo si sia fermato. Il Medioevo è visibile in tutto il centro storico da dove domina la Rocca, un tempo prigione del Conte Felice Orsini, l’uomo che voleva assassinare Napoleone III e del “briccone” Giuseppe Balsamo, come lo chiama Goethe, meglio noto come conte di Cagliostro. Situato a Sud-ovest di San Marino, a pochi chilometri dall’urbinate, il borgo di San Leo si arrampica elegantemente fino a raggiungere i 500 metri di quota. Con i suoi 3.000 abitanti rappresenta oggi un luogo magico da visitare con tutta la famiglia. E passarono di qui anche Dante e San Francesco forse attirati dalla magia dei suoi vicoli o forse dalla storia di San Leone che giunse dalla Dalmazia per evangelizzare la zona e vi rimase invece a fare il vescovo.

Il comune, da poco nella provincia di Romagna fu costruito dai Romani nel lontano III secolo d.C. su un’alto promontorio e non fu mai cinto da mura poiché già ben isolato di suo. Collegato al resto della Valmarecchia da un lungo ponte in muratura da dove si gode un tramonto unico al mondo, San Leo fu teatro per decenni dell’aspra battaglia tra la famiglia Malatesta e quella dei Montefeltro, storica proprietaria del feudo. Ma a San Leo oggi continua quell’alone di fascino e di mistero tanto amati dal Cagliostro, un mago o forse un ciarlatano, condannato nel 1791 dal Sant’Uffizio per massoneria ed ingiurie contro Dio e la Chiesa. Tradotto e rinchiuso nella prigione della Rocca, Giuseppe Balsamo non fu mai più trovato.

Ed è per questo che proprio qui si organizza il festival “Alchimia Alchimie”, manifestazione dedicata all’esoterismo che attira ogni anno migliaia di curiosi da tutta Italia. Cartomanti, veggenti o semplicemente scienziati dell’occulto si ritrovano lungo il Corso per raccontare il futuro o semplicemente parlare un po’ con i turisti in abiti di corte. Le vie si riempiono di tende e bancarelle; si vende il miele, il formaggio alle foglie di noce, e si pasteggia con il Balsamo di Cagliostro, un liquore alla liquirizia niente male. Ma non c’è festa paesana che si rispetti senza un degno finale: mezz’ora di fuochi d’artificio dal torrione della Rocca che lasciano tutti a bocca aperta; nel frattempo una musica medievale si alza dalla piazza centrale; uno spettacolo pirotecnico costoso sì ma unico al mondo. E allora eccoli: donne, uomini e bambini, tutti in maschera; perché il tempo qui si è davvero fermato.

 (Lorenzo Caroselli – LumsaNews)

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