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Vinitaly2019 cronistoria di un’eccellenza

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04/05/2019

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Vinitaly2019 cronistoria di un’eccellenza

Anche quest’anno il più grande evento fieristico italiano è volto al termine.


Dal 7 al 10 aprile infatti, si è svolto il #Vinitaly2019, la rassegna delle eccellenze vitivinicole italiane.

125mila presenze da 145 nazioni, dati sono in linea con la precedente edizione, ma con un aumento del 3% dei buyer esteri accreditati, anche in termini qualitativi. La 54esima edizione di Vinitaly è già prevista per il prossimo anno dal 19 al 22 aprile 2020.

Come sempre, presenti diverse figure istituzionali, partecipazione dovuta ma anche voluta per motivi ovviamente elettorali – le europee sono alle porte (ndr) – da segnalare quella del Premier Conte, del Vicepremier Salvini – immancabile da anni ormai – del Presidente del Senato Casellati e del Ministro delle Politiche agricole e del Turismo Centinaio. Tutto a testimonianza di quanto il settore vitivinicolo sia ormai giunto alle attenzioni delle istituzioni, a ragione visto l’indotto generato dal settore: sono circa 1,3 milioni gli addetti e 11 miliardi il fatturato 2018.

NON SOLO ITALIA

La provenienza degli operatori stranieri vede in testa gli USA (+2% rispetto al 2018), seguiti dalla Germania (+4%), dal Regno Unito (+9%), dalla Cina (+3%) e dal Canada (+18%). Anche il Giappone ha portato buoni risultati (+11%) e questo va a conferma del forte strumento di promozione che il sistema del vino italiano sta dedicando sempre più all’Asia.

IL MONDO DIGITALE

La connessione e il digitale sono stati al centro del Vinitaly2019, con una community globale della Directory online in 9 lingue, con più di 4500 aziende e 18mila vini (+20%). Oltre 1 milione di visite nelle ultime due settimane di marzo. Da segnalare anche il debutto della geolocalizzazione dei padiglioni.

In questo contesto, va ricordata la #VinitalyInternationalAcademy, che in cinque anni di attività ha formato quasi 500 tra ambasciatori ed esperti del vino in 30 nazioni, capaci adesso di riconoscere le oltre 540 biodiversità del vitigno Italia. 

GREEN&BIO

Vista la crescita della domanda di prodotti green e sostenibili, è stata creata l’Organic Hall, con Vinitalybio, Federbio, le cantine di produzione biologica e la collettiva Vi.Te con i suoi vini artigianali. Sono state anche ampliate le aree FIVI dei vignaioli indipendenti.

In merito al bio e ai temi ambientali diverse le masterclass in programma dedicate ai vini artigianali. In aumento anche le etichette di vini biologici nella directory di Vinitaly: quasi 3.300 su 18 mila etichette presenti sono vini biodinamici o realizzati con tecniche di agricoltura biologica.

In contemporanea, si è svolta Sol&Agrifood, la manifestazione di Veronafiere sull’agroalimentare di qualità, ed Enolitech, una rassegna sulle tecnologie per i settori vitivinicoli e oleicoli. Quest’anno abbiamo assistito anche a Vinitaly Design, con proposte legate alla promozione del vino dal punto di vista esperenziale ed estetico, dall’oggettistica, agli arredi per le cantine e al packaging personalizzato.

Il giorno inaugurale ha visto la partecipazione di Giovanni Mantovani direttore generale di Veronafiere, Carlo Ferro presidente di ICE, Angelo Gaja patron della omonima cantina, Matilde Poggi dell’azienda agricola Le Fraghe e Riccardo Cotarella, produttore di vino e presidente mondiale degli enologi.

«L’Unione europea esporta oltre 20 miliardi di euro di vino, dei quali oltre 6 miliardi vengono dall’Italia – ha proseguito Hogan -. Sono convinto che i viticoltori avranno ancora più successo nei prossimi anni. Come Unione europea stiamo lavorando per costruire rapporti commerciali in tutto il mondo e la diplomazia economica sta dando grandi risultati, dall’Asia ai nuovi mercati emergenti come l’Australia».

«Anche quest’anno Vinitaly si apre al mondo del business, con una rassegna forte di oltre 100mila metri quadrati netti, 4.600 espositori, con buyer esteri rappresentati provenienti da 143 paesi – ha commentato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese -. Nostro intento è fare di Vinitaly il centro di una struttura aggregativa di promozione che parli ai buyer esteri come voce unitaria dell’eccellenza vitivinicola italiana».

È stato un Vinitaly da record e il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, nel suo intervento, ha ribadito il ruolo di primato che riveste non solo la manifestazione ma il territorio stesso che la ospita:

«La forza della manifestazione – ha detto Zaia – arriva anche dal territorio. Il Veneto che partecipa al Vinitaly dei record è un record a sé. Siamo i primi produttori d’Italia con 16,5 milioni di quintali di uva e 13,5 milioni di ettolitri, con un 1,6 miliardi di export e 53 denominazioni presenti. Il futuro del vino è l’eco-sostenibilità, certificazione ambientale del prodotto, del vigneto e dell’intero processo di produzione».

LA VIA DELLA SETA E I NUOVI ORIZZONTI

Tanto si è parlato negli ultimi tempi di via della seta, e al Vinitaly non si è persa occasione per rimanere sul pezzo, si è aperta infatti la piattaforma asiatica del Vinitaly.

Wine to Asia” è una importante pietra posizionata nello sconfinato mercato asiatico. Si parte da Shenzhen. E non a caso. Trent’anni fa lì c’era un villaggio di pescatori. Oggi è una città moderna e dinamica, con quasi 20 milioni di abitanti e un’età media della popolazione di 30 anni, quindi una città propensa ai cambiamenti e alle novità. VeronaFiere, per questa nuova piattaforma asiatica (se ne attende una permanente anche in Nord America dopo quella aperta in Brasile), ha siglato un accordo con Alan Hung, Ceo di Shenzhen Pacco Cultural Communication. Non di certo uno qualunque. Insieme hanno creato la Shenzhen Taoshow Culture & Media, una società che fa capo proprio alla Pacco Communication, ma con le quote di maggioranza in mano a VeronaFiere. 

“Nel piano industriale di VeronaFiere 2019-2022 – spiega Maurizio Danese, presidente di VeronaFiere – abbiamo previsto oltre 100 milioni di euro di investimento per lo sviluppo delle nostre manifestazioni all’estero. Da questo ragionamento nascono due piattaforme permanenti, quella cinese che presentiamo oggi e quella del Nord America che apriremo il prossimo anno. Si tratta di due mercati strategici e importanti. La piattaforma cinese è la chiusura di un progetto iniziato nel 2014 con Hung e pensiamo che ci potrà dare parecchie soddisfazioni. E’ comunque un segnale di grandissima attenzione. Pensiamo di poter fare la prima manifestazione a Shenzhen nel 2020. Insomma la Via della Seta di cui tanto si discute inizia da Verona”. 

Mostra soddisfazione il sindaco della città di Giulietta e Romeo, Federico Sboarina: “Siamo l’unica città italiana ad avere un gemellaggio con una città cinese, Hangzhou. E io l’ho sempre detto. Questo gemellaggio non deve essere solo una targa da appendere al comune o sui cartelli stradali – dice il primo cittadino – ma deve essere l’apice di un percorso culturale, dare modo di incentivare gli scambi commerciali, soprattutto nel settore vitivinicolo. E ora, con la nuova piattaforma non ci sono più scuse. Ora si deve lavorare con VeronaFiere, per mettere insieme tutte le eccellenze che possono interessare al mercato cinese, e non soltanto quelle agroalimentari. Penso anche all’offerta turistica o quella della stagione lirica dell’Arena”.

“Lavoriamo con VeronaFiere dal 2014 – dice Alan Hung – Questa lunga collaborazione ci ha permesso di conoscerci bene e di raggiungere oggi questo importante accordo. Sono davvero soddisfatto. Credo che il mercato asiatico sia per i vini italiani quello con le maggiori potenzialità al mondo”. “Shenzhen – ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di VeronaFiere – è la terza città per importanza economica dopo Pechino e Shanghai. E’ la città dell’innovazione e della comunicazione digitale. Vinitaly è il brand forte del vino italiano in Cina, un marchio riconosciuto su cui stiamo costruendo un modello di stile tutto italiano di promozione in Asia”

I presupposti per il successo della prossima edizione ci sono, le sfide da affrontare molte, non ultima la sfida a distanza con il #ProWein l’omologo salone tedesco, che negli ultimi due anni è in piena ascesa nel panorama europeo sia a livello qualitativo che quantitativo.

Il 2019 sarà un buon parametro e un buon termometro per giudicare il ruolo del mercato italiano e come gli attori in gioco si muoveranno sullo scacchiere mondiale.

Non ci resta che aspettare sorseggiando un ottimo calice, meglio se si tratta di bollicine rosa, il must per l’estate che sta giungendo.

Salute!

Natalia Sacchi


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