Viaggio nell’Italia che ci fa sperare, a Torino la campagna di Legambiente
Due importanti tappe domani 2 marzo della campagna per tutelare la bellezza organizzata da Legambiente. A Torino e sulle dolomiti friulane. “A Torino il 2 marzo presso la sede di Torino in Via Maria Ausiliatrice 45. – spiegano gli organizzatori – discutiamo di spazio attuale per i giovani e di creatività come chiave di trasformazione urbana. Il 2 e il 3 marzo siamo in quota, nel parco delle Dolomiti friulane: ciaspolata per esperti e convegno di fronte al focolare, parliamo di Dolomiti patrimonio dell’Unesco”.
Il 10 marzo tra i paesaggi mozzafiato delle Cinque Terre, per parlare di tutela paesaggistica dopo l’alluvione. A Bari a marzo incontro con i sindaci della bellezza, impegnati a sottoscrivere il disegno di legge.
Le iniziative proseguono ad aprile con la Settimana della Bellezza che toccherà la Toscana in un viaggio nel contrasto tra l’avventura industriale del Polo siderurgico di Piombino e le filiere di pregio del Vino del Chianti. Poi in Basilicata per difendere gli alberi monumentali e le Marche con un tour nei Distretti made in Italy. La campagna continuerà per raggiungere Agrigento, dove saranno affrontati casi di abusivismo e la questione dell’abbattimento dell’ecomostro che sorge a poche decine di metri dalla Scala dei Turchi.
Fare della bellezza la chiave per tornare a guardare con ottimismo al futuro è la sfida che Legambiente lancia in questo viaggio con la sua proposta di legge per la bellezza che vuole chiudere per sempre la stagione dei condoni edilizi, dell’abbandono e della privatizzazione del patrimonio storico e archeologico, del consumo di suolo e della deregulation del territorio italiano. La proposta, nei suoi dieci articoli, definisce chiaramente il percorso da intraprendere per rimettere al centro la bellezza nelle sue tante declinazioni operative. Perché le città e il patrimonio di storie, culture, socialità, dentro cui nasce il made in Italy, sono il fattore decisivo, il patrimonio su cui costruire il nostro sviluppo.
Già, ma cos’è la bellezza? si chiede Monica Amari nel Dossier “Italia, Bellezza,Futuro: patrimoniocomune” che fa da supporto alla campagna. “La connessione tra l’idea di bello e quella di bene, suggerita dalla radice etimologica (il latino bellus, “bello”, è diminutivo di una forma antica di bonus, “buono”), rinvia – scrive Amari – alla concezione della bellezza come ordine, armonia e proporzione delle parti. Nel paesaggio è la capacità di riuscire ad affermare il legame del particolare con il tutto, con l’insieme, dev’essere considerata una condizione strutturale per consentire, all’interno di un territorio, processi di relazione e di convivenza civile e indotti di natura economica”.
Ma la bellezza nel suo essere “bene comune” – ricorda Amari, nella scia di quanto hanno sostenuto il Censi e la Fondazione Marilena Ferrari con le loro ricerche – possiede anche un valore e dell’attrattività di un territorio? E che territori come quello di Scampia a Napoli o dello Zen a Palermo siano esempi di paesaggi urbani dove il “diritto a fruire e godere della bellezza” è negato?”. Da queste premesse muove questa impofrtante campagna di cui si parla poco sui giornali pieni zeppi di polemiche politiche e notizie vaticane. Un po’ di spazio anche a questi temi, pue presenti nelle campagne grilline, certo non sarebbe inutile.
Gabriella Cossàr
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