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Via libera a un direttore straniero per il parco del Colosseo

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24/07/2017

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Via libera a un direttore straniero per il parco del Colosseo

 

Via libera del Consiglio di Stato alla possibilità che il direttore del costituendo parco archeologico del Colosseo possa essere un cittadino straniero. Inoltre, il Consiglio di Stato riconosce che Roma Capitale possa partecipare alla gestione del parco, ma stabilisce che la competenza nella fase organizzativa è esclusiva del Ministero dei beni culturali. Sono pertanto respinte le richieste di Roma Capitale, con il solo contentino del riconoscimento della sua partecipazione alla gestione, una volta realizzato il parco.

La Sesta sezione del Consiglio di Stato, con due sentenze pubblicate lunedì 24 luglio, ha accolto gli appelli del Ministero dei beni culturali (MIBACT) proposti contro due sentenze del TAR del Lazio che avevano a loro volta accolto i ricorsi di Roma Capitale in relazione all’istituzione del Parco archeologico del Colosseo e alla nomina con selezione pubblica internazionale del Direttore del Parco.

Nelle sentenze il Consiglio di Stato si pronuncia su tre questioni: quella del necessario coinvolgimento di Roma Capitale nel processo decisionale, quella della fonte istitutiva ed infine quella in merito al conferimento dell’incarico di direzione del Parco archeologico del Colosseo anche a cittadini non italiani.

La prima decisione riguarda la necessità di coinvolgere, per assicurare il principio di leale collaborazione, Roma Capitale nella fase di istituzione del Parco archeologico. I giudici di Palazzo Spada hanno ritenuto che sia necessario distinguere la fase di organizzazione amministrativa da quella di esercizio delle funzioni di valorizzazione del patrimonio culturale. La prima fase, che viene in rilievo con la istituzione del Parco – poiché riguarda la creazione di uffici dirigenziali statali – rientra nell’esclusiva competenza legislativa dello Stato e amministrativa del Ministero.

L’esigenza di assicurare il principio di leale collaborazione viene in rilievo nella seconda fase che è quella della gestione dei beni.

La seconda questione affrontata dal Consiglio di Stato è relativa alla natura della fonte istitutiva del Parco. I giudici d’appello hanno ritenuto che la legge speciale di disciplina della materia autorizzasse il Ministero ad adottare un decreto non regolamentare.

La terza questione esaminata dal Consiglio ha riguardato la possibilità che incarichi, quale quello di Direttore del Parco archeologico, possano essere attribuiti anche a cittadini non italiani. I giudici di Palazzo Spada hanno affermato che il diritto europeo e la giurisprudenza della Corte di Giustizia ammettono che sia consentita una riserva di posti a soli cittadini italiani, con deroga al principio

generale di libera circolazione dei cittadini europei, soltanto in relazione a posti che implicano l’esercizio, diretto o indiretto, di funzioni pubbliche, quali sono, in particolare,

quelle poste in essere nei settori delle “forze armate, polizia e altre forze dell’ordine pubblico, magistratura, amministrazione fiscale e diplomazia”. Nel caso in esame il Consiglio di Stato ha ritenuto che il Direttore del Parco non è chiamato a svolgere tali funzioni, in quanto il bando di gara gli attribuisce compiti che attengono essenzialmente alla gestione economica e tecnica del Parco. Si è, pertanto, ritenuta legittima la previsione di una selezione pubblica internazionale.

Bruno Cossàr

 

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