Un ombrello per proteggere le idee italiane
“La Smart l’avremmo potuta inventare noi”. Per Mario Abis, docente di marketing allo Iulm di Milano i brand locali hanno perso il 10% di forza nel 2011. Per combattere le perdite, tante idee e un unico marchio italiano che faccia da ombrello per i marchi più piccoli, li protegga e vi investa. Per fare questo c’è bisogno di nuove icoraggio e inventiva come fece la Fiat con il common Rail di Magneti Marelli, come la Ferrero con la sua Nutella: una comunicazione di sistema che crei connessioni tra i marchi.
Qual’è il problema per il made in Italy? “I vecchi brand non bastano più e non bisogna crearne di nuovi se questi saranno regionali e insignificanti. Un esempio potrebbe essere il mercato vinicolo – spiega Abis – in espansione, e con un buon lavoro di marketing. I nostri rossi potrebbero battere i vini francesi: un esempio tra tutti è il Turriga, un’eccellenza mondiale che vent’anni fa neppure esisteva. Il turismo è un altro esempio di risorsa tutta da sfruttare con Venezia e la Toscana in testa alla classifica”.
Quale strada dovremmo seguire? “Per salvare le cose potremmo usare l’enogastronomia, il buon cibo al giusto costo che in Cina tanto ci invidiano. L’enogastronomia è difatti un pregiudizio negativo che gli stranieri hanno nei nostri confronti, e questo, ci fa gioco. Solo attraverso investimenti e azioni comuni potremmo rendere l’Italia la patria del turismo internazionale e, sotto questo ombrello, declinare tanti mini-brand: le isole, le città d’arte, le aree del gusto. Siamo i re indiscussi della moda e del design ma stiamo attenti alla Cina, dietro l’angolo per competitività. Dobbiamo accettare di essere emulati ma non soccombere sotto gli artigli della concorrenza. Siamo politicamente deboli e non abbiamo ancora una forza organizzativa per resistere a questi attacchi internazionali. Poi dobbiamo fare innovazione di prodotto: innovazione tecnologica che è il punto fondamentale di carenza nel nostro paese. Infine, è necessario creare masse critiche per competere davvero sui mercati d’oltreoceano. Il made in Italy della birra, in piena espansione in Sardegna, potrebbe essere la via giusta”.
Cosa sta accadendo alla Fiat? “E’ la sintesi plastica di tutte le contraddizioni politiche e culturali del nostro paese.La Fiat ha pagato tantissimo nel settore strategico delle innovazioni di prodotto. Tranne auto come la 500, l’azienda ha spostato la sua attenzione su prodotti sbagliati in cui eravamo già indietro: prodotti eco-sostenibili dove non siamo mai stati competitivi”.
Praticamente: dove troviamo le idee? “Abbiamo ottimi politecnici per poter correggere questa rotta sbagliata perché la Smart, l’avremmo potuta tranquillamente inventare noi”.
(Lorenzo Caroselli – Lumsanews)
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