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Un maestro in apecar porta libri nei comuni lucani

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26/05/2013

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Un maestro in apecar porta libri nei comuni lucani

Il bibliomotocarro di Antonio La CavaAntonio La Cava è un maestro di Ferrandina (Matera) che ha insegnato per 42 anni e  non ha affievolito la sua vocazione da pensionato. Ha infatti dato vita al Bibliomotocarro, un’Ape 50 riassestata contente circa 700  libri per i  bambini dei piccoli comuni della Basilicata sprovvisti di librerie e biblioteche. Ogni sabato l’Ape del maestro, il cui arrivo è annunciato dal suono di un organetto,  fa otto fermate ed accoglie ragazzi dagli otto ai dodici anni che possono prendere in prestito i libri. Da un po’ a questa parte prerogativa del maestro non è solo l’accoglienza ma anche l’integrazione. ‘’Viaggiando mi sono reso conto che i bambini di altre nazionalità  vogliono anche leggere i libri delle loro culture – ha detto il maestro di Ferrandina – ed ho iniziato a procurarmi dei libri che nessun altro può mettere a disposizione, come Pinocchio in curdo (lingua parlata in Turchia, Iran e Iraq n.d.r.) “.  Sono tanti infatti  i profughi curdi che hanno trovato ospitalità in questa terra sfuggendo alle discriminazioni e alle repressioni contro il loro anelito ad avere una terra.

Ma, a parte i curdi, il maestro La Cava cerca di colmare una lacuna non indifferente che intacca la cultura in Basilicata. La stessa Biblioteca nazionale di Potenza segnala la presenza di quattro biblioteche di media importanza ed una decina di quelle comunali nonostante la provincia comprenda  131 comuni, ciascuno dei quali dovrebbe  essere fornito di una biblioteca funzionante.

A questa latente esigenza di  lettura delle popolazioni lucane, La Cava risponde con circa 500 chilometri percorsi mensilmente per far assaporare ai piccoli il gusto della fantasia e trasmettere loro la passione per la lettura. “Si crea un’atmosfera magica quando prendono in prestito i libri e si siedono su un gradino a sfogliarli’’  ha detto Antonio.  Prima di ripartire dà  ai bambini un libro in bianco dove  scrivere ciò che gli passa per la testa: storie fantastiche o racconti personali. “Quando me lo restituiscono, il libro finisce nelle mani di altri bambini che continuano la storia o ne scrivono altre. E sono sempre storie meravigliose”.  La prossima sfida del maestro è di  entrare anche nelle carceri minorili per  far capire ai ragazzi che la cultura è l’unico strumento in grado di renderci liberi.

Giulia Coia

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