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Tradizioni della Città delle Sirene: la tarsia sorrentina

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09/07/2013

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Tradizioni della Città delle Sirene: la tarsia sorrentina

A Sorrento esiste un’antica forma d’arte che è famosa nel mondo per storia e tradizione: la tarsia sorrentina. Un’arte che vede il legno e la pietra tra gli elementi essenziali per la realizzazione di esclusivi souvenir diventati nel tempo, i principali acquisti di qualsiasi turista.

Conosciuta per le storie e i suoi caratteristici vicoletti che portano verso il mare, Sorrento vanta di una cultura artigianale ottocentesca che ancora oggi è raccontata percorrendo le strade profumate di limoni e visitando le numerose botteghe della Città delle Sirene.

I segreti del mestiere che si tramandano da secoli di generazione in generazione, non sono solo degli artigiani del legno, ma anche degli esperti di cammei, calzature e del ricamo; tutto realizzato rigorosamente a mano, il Museo della Tarsia Lignea nel cuore di Sorrento, è il punto di riferimento per qualsiasi esposizione di rilievo.

Alla lavorazione del legno, le botteghe della città hanno dedicato un’importante iniziativa dedicata ai turisti: Botteghiamo a cui, tra l’altro, ha aderito anche Roma tra le prime città italiane; si tratta di un percorso tematico che oltre ad esporre le opere più importanti, illustra ai visitatori le tecniche di realizzazione di ciascun lavoro.

La tecnica dell’intarsio ha origini antichissime. Nasce 3000 anni fa con la civiltà egizia e, nel VI e VII secolo compie i primi passi nella penisola sorrentina grazie ai monaci benedettini che, rinchiusi nei propri studi, eseguivano i lavori d’intarsio ora esposti nelle chiese di Massa Lubrense e Sorrento. I monaci erano soliti utilizzare diverse qualità di legno, come il limone, l’arancio, il noce, l’ulivo e, oltre a raccontare le scene di vita quotidiana locale, la ‘tarantella’ è ancora oggi tra i principali temi più richiesti; un chiaro riferimento tra i più importanti e caratteristici elementi della cultura napoletana.

La tecnica della tarsia consiste nell’assemblare piccoli pezzi di legno di varie tonalità, di colore e di spessore inferiore ad un millimetro e incollarli sull’oggetto da decorare. In origine, per ottenere le tonalità si impiegavano le essenze di legno naturali e l’effetto chiaro-scuro era ottenuto grazie a piccole incisioni riempite con stucco scuro; una procedura che venne presto sostituita con la colorazione del legno e sempre più affinata fino ai giorni nostri.

I maggiori esponenti dell’intarsio sono i maestri Antonio Damora e Luigi Gargiulo che, tra le loro produzioni oltre ai souvenir, spiccano elementi di arredo come gli elaborati cofanetti con ornato e mosaici, i carillon, le scatole, le scacchiere, i tavoli e le cornici. Entrambi gli artisti lavorarono anche per la casa reale dei Borboni di Napoli.

Fabio Pariante

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