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“Storia di Aya”, l’avventura di due ragazzi siriani, dal Libano a Roma

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27/05/2017

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“Storia di Aya”, l’avventura di due ragazzi siriani, dal Libano a Roma
  • Il libro Storia di Aya. In fuga dalla Siria per amore, di Marinella Fiaschi  e Maurizio Quilici, edito da Imprimatur, sarà presentato a Roma mercoledì 31 maggio alle 18, presso la libreria Arion-Feltrinelli di Via Giovanni da Palestrina. Introdurrà la presentazione Chiara Narracci, sociologa e consulente familiare. Interverranno Luigi Contu, Direttore dell’Agenzia ANSA, e mons. Enrico Feroci, Direttore della Caritas di Roma.

E’ la storia – vera e avventurosa –  di Fadi e Aya, due ragazzi siriani che si innamorano a distanza. Lui vive in Svezia, dove ha chiesto asilo politico, lei a Latakia, in Siria. Sul capo di lei, appena diciotto anni, pende un triste destino: la diagnosi di un tumore a un piede con l’unica, incerta soluzione di amputare l’arto. L’attrazione che li cattura, però, è così profonda che va oltre la malattia e la distanza. Dopo mille difficoltà, riusciranno a incontrarsi a Beirut, in Libano, dove si sposeranno, partendo subito per Roma per trascorrere la “luna di miele”. Nella città eterna, però, qualcosa non gira per il verso giusto, trascinandoli in un’odissea disseminata di delusioni, ma anche di aiuti insperati, e soprattutto di tanta forza di volontà. Una peregrinazione che si dipanerà per mesi prima che si apra uno spiraglio, e che coinvolgerà il mondo politico e diplomatico, i media, strutture ospedaliere, associazioni di volontariato e numerosi privati. Una storia vera, fatta di speranza e tanta solidarietà.

“Ci sono molti modi per farsi degli amici. Noi abbiamo scelto – scrivono gli autori nella prefazione –  uno dei più complicati: abbiamo aiutato due ragazzi siriani che si erano appena sposati in Libano – lui con doppio passaporto,siriano e svedese, lei, diciott’anni, con una diagnosi di tumore a un piede – e pensavano di raggiungere la Svezia. Il loro progetto prevedeva una sosta di tre giorni a Roma, ma le cose non sono andate come immaginavano. Sono andate molto, molto peggio. Così siamo diventati amici di Fadi e Aya”.maurizio-quilici

Questa è la loro storia, una storia vera, una cronaca puntuale di come si sono svolti i fatti. Fadi e Aya non hanno conosciuto il dramma dei barconi, non hanno rischiato di annegare nelle acque del Mediterraneo, ma in Siria avevano visto da vicino la guerra, le uccisioni, i bombardamenti. Per questo volevano lasciarsi tutto alle spalle e avviare una nuova vita in Occidente. “Hanno invece vissuto un incubo e rischiato di essere risucchiati nuovamente nell’inferno dal quale fuggivano. Speriamo che la loro vicenda – concludono gli autori – aiuti a riflettere e a capire. Non solo: aiuti ognuno di noi, nel suo piccolo, a operare per sconfiggere – se non la crudeltà e la violenza forse insite nell’uomo – almeno l’indifferenza al dolore, la burocrazia, l’egoismo”.

Maurizio Quilici (nella foto qui sopra), che vive da molti anni a Roma,  si è laureato in Giurisprudenza con una tesi in criminologia sugli effetti della deprivazione paterna. Giornalista, è stato caporedattore dell’Agenzia ANSA. Per alcuni anni ha collaborato con la Società Italiana di Psicologia. Nel 1988 ha fondato l’ ISP (Istituto di Studi sulla Paternità), di cui è presidente.
È autore di alcuni saggi, tra cui Il padre ombra (Giardini, 1988) per il quale ha ricevuto un Premio della cultura dalla Presidenza del Consiglio, e dell’antologia commentata sul rapporto genitori-figli intitolata Onora il padre e la madre (Bompiani 2001).

Rosanna Angiulli

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