“Spazio, fotografia e architettura” a casa del Mantegna
Per chi ama fotografia ed architettura una mostra da non perdere è quella allestita nella casa del Mantegna a Mantova, organizzata dal Politecnico di Milano nell’ ambito di Mantovarchitettura 2014.
L’esposizione, intitolata “Spazio, fotografia e architettura” e curata da Marco Introini con Giulia Flavia Baczynski, vuole essere un’introduzione alla narrazione dello spazio architettonico attraverso la fotografia; quando è un atto cosciente, ovvero quando chi scatta ne possiede il linguaggio proprio, attraverso la selezione di una porzione di spazio ha il potere di rivelarlo, di rivelare la realtà che altrimenti la percezione fisica, non compiendo alcuna selezione, non restituisce. Da sempre questo atto è in equilibrio tra descrizione dell’oggetto ritratto e interpretazione del soggetto che ritrae, tra essere documento dell’attore (lo spazio architettonico) e documento dell’autore (il fotografo) che attraverso la selezione e la messa in sequenza aggiunge un ulteriore grado di narrazione. Vale la pena leggere che cosa ha scritto Maria Antonietta Filippini sulla Gazzetta di Mantova a proposito del primo impatto con la mostra. “Il primo impatto con la mostra è semplice ma potente: la riscoperta dell’occhio architettonico del pittore della Camera degli Sposi con la prospettiva che si apre in fondo al cortile rotondo: è sparita la tenda che nasconde il secondo arco e lo sfondo verde del giardino. Peccato che Mantegna, la sua meravigliosa casa con un l’immenso parco se la sia goduta solo tre anni. Poi, causa i debiti, dovette rivenderla ai Gonzaga…. Nel cortile tutte le porte sono aperte e ognuna invita a entrare…”.
In realtà – ci dice Maria Antonietta Filippini – il percorso della mostra inizia con l’omaggio a Gabriele Basilico, con poche sue immagini di Mantova, tra cui la Casa del Mantegna da fuori. Poi si susseguono le stanze con una rassegna di temi su cui si è concentrata l’attività didattica, corredato da immagini e modelli tratti da tesi degli studenti. Si va dal rapporto con i monumenti, alla valorizzazione dei siti archeologici (c’è il progetto per il mosaico di piazza Sordello), dal completamento o rifacimento di parti di città e periferia, al paesaggio (Sara Protasoni). C’è una proposta di David Palterer per segnalare a Valdaro dove furono trovati gli Amanti neolitici. E poi lavori di Diego Cisi, Cristina Treu, Maria Cristina Loi, Fregonese e tanti altri. Tutti su Mantova e dintorni.
Al piano di sopra mostre fotografiche a cura da Marco Introini. Autori diversi chiamati a puntare la loro attenzione su palazzo Ducale, Te, San Sebastiano e Sant’Andrea finiscono per esprimere visioni tutte diverse e personali. Chi è colpito da dettagli da nascondere e cita Calvino, chi guarda i monumenti visti dai turisti e poi da soli nella notte.
Infine l’ultima sala con quattro leggii su cui troneggiano libri lussuosi (di Franco Maria Ricci) di tre grandi fotografi dell’architettura: Basilico, Pino Musi e Vincenzo Castella. Nel dettaglio si tratta dei volumi di FMR della collana ITALIA: Bellezza eterna e Bellezza e Fede con le fotografie di Pino Musi; Rinascimento sacro, con le foto di Vincenzo Castella e Capolavori del Rinascimento Civile, con le fotografie di Gabriele Basilico del quale viene proiettata una bella videointervista.
Sempre a Mantova da segnalare gli ultimi due appuntamenti del ciclo di incontri “I luoghi della fotografia. La fotografia come strumento conoscitivo e interpretativo”. Il 7 giugno presso il Salone Mantegnesco della Fondazione Università di Mantova in via Scarsellini il Laboratorio sui cambiamenti di Milano in vista di Expo2015 e il 28 giugno la chiusura degli incontri con Marco Introini sui Paesaggi della sicurezza.
Caterina Mollica
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