Sgarbi e Ainis: la bellezza dell’Italia motore del riscatto
Esce domani, per l’editore Bompiani II tesoro d’Italia (pp. 300, € 22) del critico ferrarese Vittorio Sgarbi. L’introduzione, che è del costituzionalista Michele Ainis è stata anticipata oggi dal Corriere della Sera. La tesi del libro è che l’Italia ha un tesoro di inestimabile valore. Ed è un tesoro diffuso. Ma gli italiani non sanno di averlo e lo sciupano. Nel libro, Sgarbi compone una mappatura di villaggio in villaggio di opere, quadri, beni diffusi. Sono citati oltre 40 artisti, noti e meno noti, e anche delle vere e proprie scoperte. Ne esce non solo una «cartografia del cuore» del critico ma anche un percorso di storia dell’arte, in particolare dei secoli XI, XII, XIII, XIV. Il libro è strumento per chi vuole conoscere l’arte del nostro Paese e scoprire quale tesoro si «nasconda» dietro l’uscio di casa.
Il libro sarà presentato domani a Roma a palazzo Barberini (via delle Quattro Fontane 13) alle ore 18 dal Ministro per i Beni e le attività culturali Massimo Bray, con Michele Ainis e Armando Torno. Interverrà con loro l’autore.
“C’è un tesoro nascosto, o comunque ignorato – scrive Ainis – nelle periferie del Belpaese. Come gli affreschi dei fratelli Salimbeni nell’oratorio di San Giovanni (XV secolo), a San Severino Marche; o come la cripta della cattedrale di Anagni (XI secolo). Le pagine di Sgarbi ci accompagnano perciò in un viaggio, in un’esplorazione.
Ci raccontano una ricchezza della quale non sospettavamo l`esistenza. O meglio: sappiamo dei Fori imperiali, della Torre di Pisa, dei templi di Agrigento. Sappiamo che l’Italia (con 49 siti riconosciuti dall`Unesco, alla data del 2013) è in testa alla classifica che misura il patrimonio culturale mondiale. Ma in realtà tutto il nostro territorio è punteggiato da tesori storici, artistici, paesistici. E noi ci camminiamo sopra ogni giorno, per lo più senza sapere dove posiamo i piedi” .
Ainis si chiede quanto ne sappia lo Stato italiano delle bellezze italiane e se abbia la capacità di riconoscerle, e quindi di farle conoscere. “Il censimento dei beni culturali rimane un`incompiuta – secondo Ainis – e non è un dettaglio irrilevante. Non a caso nel codice Urbani del 2004 – il testo normativo che disciplina tuttora la materia – la catalogazione precede ogni altra attività spesa per tutelare il patrimonio artistico.
E a sua volta la tutela esprime il primo obbligo che la Costituzione assegna al nostro Stato; gli altri due si chiamano valorizzazione e promozione”. “C`è il valore – constata amaramente Ainis- ma non c`è la valorizzazione”.
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