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Senso 80, Flavio Favelli a Milano presso l’Albergo Diurno Venezia

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02/04/2017

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Senso 80, Flavio Favelli a Milano presso l’Albergo Diurno Venezia

                                                                             

 

                                                                                                                                                                                    Dal 30 marzo al 14 maggio 2017 il FAI in occasione del MIART, Fiera d’arte moderna e contemporanea di Milano, e per tutto il periodo del successivo Salone del Mobile, presenta Senso 80,        il progetto ideato da Flavio Favelli nello spazio dell’Albergo Diurno Venezia.

Il sito è un elegante e funzionale centro servizi per viaggiatori realizzato tra il 1923 e il 1925 su progetto di Piero Portaluppi. Tra arredi ancora intatti, rivestimenti ricercati e decorazioni in stile Déco si può attraversare un magnifico salone a colonne sul quale si affacciano terme, bagni pubblici, negozi di barbiere e manicure che mantengono intatto il fascino del passato. Questa perla nascosta nel sottosuolo di Piazza Oberdan, a Milano, torna agli antichi fasti grazie al FAI dopo decenni di abbandono.

 Senso 80 è un’installazione site specific: un percorso che mette in relazione architettura e spazi dell’ambiente del Diurno con elementi originali della poetica di Favelli.

Il titolo stesso rimanda ai sensi come valori fisici, alla materialità, al piacere e al fatto che l’Albergo Diurno è stato luogo dedicato alla cura della persona. Un continuo richiamo a titoli di grandi film e all’iconografia anni Ottana, anni di edonismo, ambiguità e conflitti e periodo importantissimo per l’esperienza artistica dello stesso Favelli.

L’artista fiorentino reinterpreta gli spazi e gli elementi un tempo presenti nell’antico bagno pubblico milanese a partire da immagini fotografiche e cartoline storiche. Un esempio su tutti: un gruppo di arredi collocati nella parte centrale del Salone, oggi dispersi. Quattro corpi, una sorta di isole con divani a forma circolare e alcuni tavoli con sedie e lampade, per leggere, scrivere e conversare. L’artista ricostruisce isole-divanetti e i volumi originali con quattro installazioni, sculture in forme di assemblaggio e collage di vari materiali come mattonelle di graniglia, parti di mobilio e specchi: una reinterpreta
zione che intende essere fedele e insieme artificiale.

Gli arredi e le illuminazioni storiche del bagno milanese riconducono alla funzione storica dell’essenza di questo luogo, animato dalla cura del corpo e dell’anima. Favelli conserva tracce e fonde elementi di antiquariato a oggetti più recenti come adesivi e insegne pubblicitarie.

La luce ha un ruolo primario e diviene tematica preponderante: Il Diurno esibisce in alcuni punti i neon senza alcuna copertura e questa luce fredda diventa parte dell’opera d’arte. I
l progetto si chiude nei corridoi dell’Albergo con una serie d’insegne luminose, le cui immagini, colori, grafie mischiate e sovrapposte, risultano difficilmente comprensibili e quasi indefinite ma qui posizionate per evocare la presenza di varie attività commerciali in passato attive in questo luogo.

Favelli si focalizza su questi elementi, trova interessanti dettagli che all’apparenza appaiono marginali rispetto al fascino intrinseco del luogo, il Diurno secondo la sua visione “era come un aeroporto, come una micro città che serviva solo per l’uomo e la donna moderna (la bellezza, l’acconciatura, le terme, i viaggi…) era un luogo super artificiale.

L’allestimento è una lettura originale di ciò che c’era e che non c’è più. Si parte dalla ricostruzione degli arredi che
non è attività puramente formale, bensì concettuale: un assemblaggio di diversi oggetti, stili e materiali che arrivino ad evocare una memoria storica ed affettiva: creare una narrazione che esprima la natura degli spazi densi di umanità e passato.

Il risultato è l’espressione del rapporto che Favelli insatura con i luoghi mediandolo attraverso la propria memoria, un leitmotiv della sua poetica: “Raccolgo mobili da quasi vent’anni, arredi dei primi del Novecento, il cui unico valore è quello di ruotare attorno a un tempo passato personale denso di ricordi”.

 

 

 

Info e contatti:faidiurno@fondoambiente.it

www.fondoambiente.it

www.flaviofavelli.com

 

Natalia Sacchi

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