“Ricomincio da bio”, una speranza per chi ha sbagliato
L’agricoltura biologica come oasi di serenità e primo passo verso la riabilitazione e il reinserimento sociale di ragazzi che hanno subito procedimenti penali. Il progetto si chiama ‘’Ricomincio da Bio’’: riservato a minori sottoposti a misure penali, prevede corsi di orticultura biologica per ragazzi detenuti e seminari formativi per gli operatori dei servizi minorili. Scopo del progetto quello di creare un clima sociale inclusivo senza pregiudizi e di orientare i ragazzi nell’ambito lavorativo.
Il progetto nasce all’interno dell’AIAB, l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica che coinvolge produttori, tecnici e cittadini-consumatori . Grazie al web, essi possono creare dei punti di contatto per migliorare l’azienda, il rapporto con i nuovi mercati ed i consumatori. Sostengono il Biologico poiché rappresenta, secondo loro, la risposta ai danni creati dal produttivismo intensivo, come la rottura dell’equilibrio ecologico.
Ma AIAB significa anche ‘’Agricoltura sociale’’. Questo è il nome della pratica di rinserimento promosso da aziende agricole e cooperative sociali che intendono conciliare impegno civile e produttività.
Il nucleo dell’ attività è la ‘’Fattoria sociale’’ che vede protagonisti non solo persone con disagi di varia natura (handicap, detenuti, tossicodipendenti) ma anche diverse figure professionali, come psicologi, educatori, tecnici agricoli. La commistione di queste realtà rende possibili un rinserimento di tipo terapeutico (come pet-therapy, ippoterapia, onoterapia ed ortoterapia )e l’appropriarsi da parte dell’individuo di un ruolo professionale grazie all’apprendimento di tecniche e pratiche agricole.
Secondo l’ultima indagine sull’Agricoltura Sociale Biologica condotta da AIAB nel nostro paese, nel triennio 2007-2010 il numero delle fattorie sociali in Italia è notevolmente cresciuto, passando da 107 a 221; ciò si affianca alla crescita dell’incidenza delle aziende agricole sui soggetti che praticano l’agricoltura sociale. Il settore agricolo privato e cooperativo ha registrato nel 2010 un +33% del totale degli operatori, rispetto al 25% del 2007.
L’Unione Europea ha definito l’agricoltura sociale come “il nesso fondamentale tra agricoltura sostenibile, sicurezza alimentare, equilibrio territoriale, conservazione del paesaggio e dell’ambiente’’ e ne ha riconosciuto l’utilità per il Welfare State, tipico di ogni Stato sociale con il dovere di garantire assistenza a tutti quelli che ne hanno bisogno; non solo adulti, ma anche – come si è visto – ragazzi incappati nelle maglie della legge in giovinezza.
Giulia Coia
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