Raddoppiati dal 2009 al 2012 i progetti di edilizia “verde”
Il 17 aprile è stato lanciato a Roma, presso la Casa dell’Architettura, il progetto AbitareVerde, un progetto di Bioarchitettura ed edilizia sostenibile promosso dall’associazione non profit Pentapolis, che coinvolge i maggiori protagonisti e opinion leader sui temi dell’efficienza energetica, riqualificazione, domotica, social housing, prodotti e tecnologie per costruzioni a impatto zero, soluzioni, certificazioni e strumenti innovativi per il green building.
Va ricordato che l’edilizia in Europa è responsabile da sola di oltre il 40% del consumo di energia primaria per lo più non rinnovabile. Il dato è valido anche per la realtà italiana, nella quale si spende anche molta energia per il raffrescamento degli edifici. Ma non è solo l’aspetto energetico che desta preoccupazione: è l’intero modo di intendere il processo edilizio che risulta ancora largamente inefficiente: pianificazione, costruzione, uso e dismissione
Punto di partenza di una nuova strategia può essere senz’altro la ricerca “Abitare Verde: tendenze in atto e futuri diversi di mercato” realizzata da Nomisma e Pentapolis e presentata durante la conferenza del 17 aprile.
Da questa ricerca sui reali costi ed opportunità del costruire verde sono emersi alcuni dati molto interessanti a cominciare da quello del raddoppio – tra il 2009 e il 2012 – dei progetti di edilizia green a livello internazionale. Se, infatti. il comparto delle costruzioni tradizionali in Italia è ancora alle prese con la crisi, infatti, l’edilizia ecosostenibile a livello internazionale è stata al centro di un vero boom negli ultimi quattro anni. Stando al campione McGraw-Hill Construction delle imprese del settore delle costruzioni operanti su scala internazionale, infatti, la quota di quelle aventi in portafoglio oltre il 60% di progetti di trasformazione urbana sostenibile (green projects) è raddoppiata dal 2009 al 2012 (rispettivamente 13% e 28% di imprese) e si prevede che raddoppierà ulteriormente entro il 2015 (51% di imprese).
In Italia, comunque, la situazione non è negativa nel campo dell’abitare verde. Tutt’altro. “Oggi anche da noi – ha detto Massimiliano Pontillo, presidente di Pentapolis – le pratiche di “green building” cominciano ad essere una realtà. Il mercato italiano può contare su una domanda in veloce crescita, anche se ancora non in grado di imprimere una reale conversione al settore e a tutta la filiera, ma il cui orientamento inizia a pesare”.
A fine 2012, gli investimenti destinati al settore residenziale in Italia ammontavano a 69,6 miliardi di euro, di cui ben 44,8 miliardi relativi ad interventi di manutenzione straordinaria, in cui rientrano investimenti in retrofit energetico e riqualificazione del patrimonio abitativo esistente. A tal proposito, Cresme ed Enea hanno stimato che, grazie al sistema di agevolazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica, a dicembre del 2011 era stato attivato un volume complessivo di 1,4 milioni di interventi, per un controvalore di investimenti pari a 17 miliardi di euro (in media 12.150 euro per singolo intervento) che ha registrato una rilevante attivazione di economia a basso contenuto esportativo stimabile in oltre 50mila nuovi posti di lavoro nei settori dell’edilizia e dell’indotto (dalle fonti rinnovabili alla domotica, dagli infissi ai materiali avanzati).
Anche in Italia sostenibilità ambientale e attenzione alla salute possono diventare fattori trainanti dell‘immobiliare e delle trasformazioni urbane. Dalla ricerca di Nomisma e Pentapolis emerge l’identikit abitativo delle famiglie italiane. Le caratteristiche considerate nelle abitazioni sono state: la caldaia di ultima generazione, gli infissi ad alte prestazioni energetiche, l’isolamento muri esterni, gli elettrodomestici a basso consumo, i riduttori flusso dell’acqua, il riciclo delle acque e l’utilizzo di materiali non nocivi alla salute. Il 3,2% dei nuclei familiari già possiede tutti i requisiti “verdi”, il 24% invece non ha ancora nessuna delle caratteristiche selezionate. In un 60,7% di famiglie sono riscontrabili solo sporadiche attenzioni alle prestazioni energetiche e ambientali della propria casa. I giovani connotano maggiormente le famiglie eco, mentre gli over 65 quelle black o grey.
Comincia ad esserci anche in Italia da parte delle famiglie una maggiore attenzione al trittico casa-salute- risparmio energetico. Tra i tra i fattori determinanti nell’eventuale scelta di un’abitazione ci sono certo il prezzo e localizzazione, ma comincia a contare molto anche la classe energetica dell’edificio (22,8% delle famiglie) e la tipologia nuova o ristrutturata dell’immobile (19,5%) e c’è il 15,1% degli acquirenti che pone attenzione all’utilizzo di materiali non nocivi alla salute e il 14,7% che guarda alla presenza di impianti di energia rinnovabile.
L’incontro organizzato da Pentapolis sull’ AbitareVerde è stata un’ottima occasione per mettere le politiche ambientali di settore al centro del dibattito, focalizzando l’attenzione sulla bioarchitettura e sull’urbanistica sostenibile e stimolando amministrazioni pubbliche e imprese ad azioni concrete in questo campo.
Luca Protettì
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