Pompei, ritrovata iscrizione che cambia la data dell’eruzione
Non più il 24 agosto del 79 d.C., ma il 24 ottobre dello stesso anno, il giorno in cui sarebbe avvenuta l’eruzione del Vesuvio. A ridatare la distruzione di Pompei, un’iscrizione in carboncino rinvenuta in una Domus in corso di ristrutturazione ai tempi dell’eruzione.
La scritta è datata sedicesimo giorno prima delle calende di novembre e, quindi, il 17 ottobre ed appare su un muro di una stanza ancora da restaurare, a differenza del resto della casa già completato. Secondo gli archeologi l’scrizione, che riporta una frase scherzosa oltre alla data del 17 ottobre, sarebbe opera di un operaio “buontempone” ed avrebbe preceduto di una settimana l’eruzione avvenuta il 24 ottobre. “E’ un pezzo straordinario di Pompei – ha detto il Direttore del sito archeologico Massimo Osanna – che permette di datare finalmente in maniera sicura l’eruzione. Già nell’800 un calco di un ramo che fa bacche solitamente in autunno aveva posto dubbi sulla datazione, oltre al rinvenimento di melograni e di bracieri”.
“E’ una scoperta straordinaria”, ha commentato il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli in visita a Pompei. “Potrebbe darsi, ma a questo punto è più che un può darsi – ha aggiunto – che qualche amanuense nel corso del Medioevo, abbia fatto una trascrizione non fedele e per questo abbiamo creduto, per tanto tempo, che l’eruzione fosse avvenuta in agosto. Oggi con questo ritrovamento dobbiamo riscrivere i libri di storia”. La scoperta è avvenuta nella Regio quinta dove sono venute recentemente alla luce due dimore importanti con preziose decorazioni, marmi e mosaici pavimentali. Un’area interessata da interventi di restauro e messa in sicurezza dei fronti di scavo, tutt’ora in corso nei 22 ettari della zona archeologica, previsti dal Grande Progetto Pompei.
Tra le scoperte presentate oggi, anche la Pompei più vivace e colorata, come la Casa con giardino con il suo bel portico affrescato e gli ambienti decorati da vivaci megalografie e con il Vicolo dei balconi e la Casa di Giove.
Patrizia Giannotti
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