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Pompei in 3D, Sky meraviglia ancora.

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13/07/2014

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Pompei in 3D, Sky meraviglia ancora.

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Dagli anni ’20 nel novecento fino a oggi la rappresentazione dell’opera d’arte ha assunto un’importanza sempre crescente. Dalle prime fotografie che ritraevano artisti, soprattutto pittori e scrittori, come ad esempio quelle di Man Ray, fino ai video delle performance artistiche e degli “happening”, la documentazione visiva ha smesso di costituire una mera “traccia” dell’opera fino ad assurgere al ruolo di complemento e, a volte, nuova opera d’arte. I musei si sono dotati di piccole sale per proiezioni di video concettuali, di “making of” (l’inglese è d’obbligo, ahinoi, ci scuseranno i lettori ma termini quali “retroscena”, “documentario” o “dietro le quinte” non sono appropriati né gli addetti ai lavori della penisola hanno mai sentito il bisogno di coniare neologismi appropriati) o di vere e proprie opere di arte visuale. Questa tendenza, peculiare del mondo dell’arte anglosassone, con l’avvento di internet si è diffusa in tutto il mondo e ora anche in Italia si moltiplicano gli esperimenti in tale direzione. Tuttavia, la tv nazionale, gli enti di cultura o le fondazioni non sembrano ancora in grado di volersi adeguare a questa tendenza ed è per questo che oggi parliamo ancora (dopo il video sui Musei Vaticani) del lavoro si Sky 3D.

Ci avevano già stupito con il raffinato risultato delle riprese e del montaggio tra le sale e i corridoi dei Musei Vaticani di Roma e il 17 luglio prossimo alle 21.10 presenteranno il frutto della loro ultima fatica: Pompei. Grazie a un’anteprima pubblicata in questi giorni, abbiamo potuto avere un assaggio di quanto sarà in onda la sera della prima televisiva e il risultato ci sembra, ancora una volta, degno di lode. Grazie all’uso di droni per le riprese, al montaggio d’effetto e alle ambientazioni scelte, questo nuovo documentario intende rappresentare l’ultima giornata prima dell’eruzione del Vesuvio in un clima autunnale che lascia presagire l’imminente catastrofe. A differenza del precedente filmato questa volta non ci saranno guide ad accompagnare lo spettatore ma le voci fuori campo di molti degli artisti che hanno scritto di Pompei attraverso i secoli. Da Plinio il Giovane a Primo Levi, passando per Goethe, Giacomo Leopardi, Charles Dickens, Alexandre Dumas, Percy Bysshe Shelley, Wilhelm Jensen e Théophile Gautier. Un’intuizione semplice quanto efficace per lasciare spazio alle immagini oniriche di quel giorno d’autunno del 79 d.C. che, come scrisse Goethe fu “una delle poche sciagure accadute nel mondo a procurare altrettanta gioia alla posterità”.

 

Sabato Angieri

 

 

 

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