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Nuovi mecenati per i giovani artisti

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05/10/2012

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Nuovi mecenati per i giovani artisti

Parlare di artisti è un po’ come parlare di viaggiatori curiosi e sadici. Essi decidono, più o meno consapevolmente, che il senso della loro esistenza sta nell’osservare, vivere e ricreare le sfumature di vita tra il Paradiso e l’Inferno. Sadici, ma creativi e geniali. In rotta con la realtà, che puntuale ricorda, anche ad aspiranti metafisici, come per lavorare ci sia bisogno di fondi. Mentre scendono quelli pubblici destinati alla cultura, aumentano, invece, le risorse economiche stanziate dai privati. Sono infatti in crescita le fondazioni e le organizzazioni no profit che, anche in tempo di crisi, decidono di investire sull’arte. L’intuizione è la stessa, da nord a sud: offrire ai migliori artisti italiani under 35 un project room dove esporre al pubblico (anche internazionale) i propri lavori e uno spazio dove sperimentare, confrontarsi e produrre. Nasce così l’idea degli atelier e delle residenze d’artista, diffusa da anni all’estero, soprattutto in Francia e Germania, ma non ancora capillare in Italia, seppur fortemente radicata in specifiche realtà territoriali. Venezia, ad esempio.

L’attività della Fondazione Bevilacqua La Masa (BLM) si ispira alla volontà della sua fondatrice, la duchessa Felicita Bevilacqua, che nel 1898 ha donato al Comune di Venezia il Palazzo di Ca’ Pesaro perché ospitasse i lavori di artisti emergenti. Oggi, il Palazzo Carminati e il Chiostro dell’ex convento rinascimentale di SS. Cosma e Damiano, di proprietà della BLM, sono adibiti a studio/residenze e accolgono due artisti stranieri e i dodici migliori talenti del Triveneto. Tra le mission della Fondazione, anche quella di lavorare sull’immagine di Venezia: l’istituzione organizza convegni con operatori culturali e mostre di artisti viventi riconosciuti a livello internazionale, favorendo così il turismo e iniettando conoscenza del e sul territorio. La Fondazione Bevilacqua La Masa lavora a stretto contatto con la Fondazione Spinola Banna per l’arte di Poirino, Torino, condividendo la vocazione alla formazione artistica. In particolare, la tenuta Banna, che comprende tre edifici rurali, accoglie gli studi e le camere destinate agli artisti che vi risiedono e ai professionisti che alla Banna realizzano workshop di fama internazionale, come quello che si svolgerà dal 22 ottobre al 4 novembre con il collettivo Tim Rollins & Kids Of Survival.

Viafarini e Caroef sono invece organizzazioni no profit (onp) fondate con lo scopo di promuovere “il messaggio artistico come potenziale innovatore nella società contemporanea”. Hanno sede, e collaborano, nell’area milanese. Sulla scia degli esempi già citati, Viafarini vanta un residence per artisti, uno spazio espositivo ad uso di artisti milanesi e internazionali e svolge attività di catalogazione e documentazione sulle arti visive. Tra gli obiettivi dell’onp, avviare “un modello organizzativo nuovo in Italia che raccolga finanziamenti destinati a progetti artistici con il ruolo di mediatore fra sponsor e beneficiario”, favorendo con la propria attività di fundraising il lavoro degli artisti.  È pensato come studio condiviso, l’Art Cohousing di Roma. 100 mq di incubazione dove artisti di ogni settore, dal visivo al performing, elaborano nuovi linguaggi e tecniche comunicativi. Ogni due mesi, la struttura accoglie artisti internazionali e italiani per un weekend. In cambio richiede la realizzazione di spettacoli dal vivo o laboratori e la donazione di un’opera d’arte da esibire nello spazio.

nche Bari ha il suo spazio creativo: Vessel. Il progetto conta una rete di documentazione sulle arti, una residenza internazionale per curatori, una project room per artisti e una web radio. Può vantare, inoltre, il migliore spirito giovanile: realizzata da un team di ragazzi under 31, l’idea di Vessel appartiene alle curatrici Viviana Checchia e Anna Santomauro, pugliese l’una, bolognese l’altra. Obiettivo di queste professioniste formatesi all’estero, è rispondere con Vessel ai bisogni culturali del territorio a cui sono legate e “costruire un ponte a vantaggio della mobilità e della riconoscibilità degli artisti pugliesi”.

(Anna Serafini)

Articolo partecipante al premio giornalistico La Voce della Bellezza

 

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