Nuova svolta antiproibizionista in Svizzera
Nuova svolta anti-proibizionista nel cantone svizzero di Ginevra. In seguito alla legge federale che ha depenalizzato il possesso di marijuana nel 2013, fonti interne al governo locale rivelano la volontà di spingersi oltre, sulla base del modello spagnolo. Constatato de facto l’insuccesso delle politiche proibizioniste e repressive che hanno portato i giovani svizzeri tra i primi consumatori di sostanze stupefacenti in Europa, l’Assemblea del cantone elvetico sta elaborando un progetto di legge che depenalizzi in parte la produzione e l’uso privato di cannabis. Forte dell’esperienza positiva di alcuni degli Stati Uniti dove, dati alla mano, maggiore libertà non ha determinato un aumento della dipendenza, il ministro della salute di Ginevra, Mauro Poggia, ha dichiarato di voler avviare nelle prossime settimane una sperimentazione sul suo territorio. Il modello, dicevamo, è quello spagnolo: nella monarchia iberica, infatti, la coltivazione per consumo personale è consentita fino a un numero di due piantine, l’uso personale in luogo privato è legale e, soprattutto, esistono dei circoli chiamati “Social Cannabis Club” dove gli iscritti possono consumare marijuana a scopo ricreativo senza doverla acquistare ma “delegando” uno dei membri alla coltivazione.
In Svizzera, invece, l’ultima riforma giuridica in materia ha stabilito che se scoperti con meno di dieci grammi di hashish si incorre in un’ammenda di circa cento euro ma la fedina penale non ne è intaccata. Il passo ulteriore sarebbe quello di consentire agli adulti di trovarsi in associazioni controllate dallo stato e di acquistare “erba” di produzione locale; il tutto controllato e registrato dal Ministero della Sanità cantonale.
Tuttavia, l’Udc, partito conservatore che al momento è in maggioranza nel parlamento federale, ha espresso una ferma opposizione appellandosi al codice penale svizzero (che ne vieta l’uso se non per fini medici o scientifici) e dichiarandosi contrario al “principio alla base di queste pratiche [l’uso di stupefacenti, ndr]”. Forse Christoph Blocher e i suoi uomini non si sono resi conto che i tempi stanno cambiando e che l’opposizione morale spesso è cieca, non tiene conto cioè della realtà quotidiana e della vita nelle città del suo stesso paese. Così, mentre a Berna i deputati Udc hanno da poco approvato nel parlamento locale una legge che vieta qualsiasi tentativo di sperimentazione anti-proibizionista, a Zurigo, Basilea, Winterthour e Biel aspettano curiosi i risultati dei loro connazionali ginevrini per decidere se avviarsi o no nella stessa direzione. Staremo a vedere chi la spunterà.
Sabato Angieri
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