Notte dei Falò: quattro secoli di storia e tradizione a Nusco
Dal 17 al 20 gennaio ritorna l’appuntamento “La notte dei Falò” nella città di Nusco (Avellino), uno dei cento borghi più belli d’Italia. La città, come da tradizione, ospiterà un rito importante fatto di storia e modernità. Si tratta di una delle feste più antiche dell’Irpinia il cui programma è caratterizzato da spettacoli folkloristici, gastronomia tipica e musica popolare. Nelle ultime edizioni la manifestazione ha registrato un’alta percentuale di affluenza turistica, infatti sono state circa quindicimila le persone che hanno condiviso la gioia di questo evento che oramai da quattro secoli, con l’accensione dei fuochi, unisce credenze sacre ed aspetti profani di origini medievali. Esattamente il 17 gennaio, in tutto il Regno di Napoli, veniva distribuito alla popolazione il ‘Pane di Sant’Antonio’, un pane ‘magico’, protettivo e soprattutto benedetto per la cura di tutti i mali e in particolare dell’infezione dell’Herpes Zoster o comunemente chiamato, Fuoco di Sant’Antonio preparato con il grasso di maiale. Perché implorare proprio Sant’Antonio? Perché il santo sapeva curare le infezioni conil grassodi maiale e per questo è considerato anche il padrone del fuoco e spesso gli viene accostata la figura del maiale che simbolicamente rappresenta il maligno e le seduzioni che i piaceri della carne provocano.
Perché a Nusco? La storia narra che nel 1656, con l’avvento della peste, solo a Nusco provocò 1200 vittime e proprio in quella occasione per la prima volta furono accesi i falò come mezzo di purificazione corporale e spirituale. Come unica prassi di salvezza. Fuoco, suoni e sapori oggi sono una tradizione che, alla luce di quanto si verificò con la peste, rappresentano la voglia di vivere dei cittadini quasi come a voler dimenticare quel passato fatto di paure e ansie con l’aiuto della figura di Sant’Antonio in compagnia del suo porcellino che rappresenta il simbolo della salute, del benessere e dell’abbondanza. Il santo oggi viene ricordato come il protettore degli animali domestici, per questo la chiesa, il 17 gennaio, benedice tutti gli animali che secondo una leggenda veneta, acquistano la capacità di parlare solo durante la notte del 17 e le persone devono tenersi lontane perché considerato di cattivo auspicio sentirli conversare tra loro.
Fabio Pariante
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