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Nel DL del Fare misure per il cinema e i beni culturali

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16/06/2013

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Nel DL del Fare misure per il cinema e i beni culturali

Massimo BrayIl Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dei Beni culturali e del Turismo, Massimo Bray (nella foto) ha approvato il decreto di rinnovo delle agevolazioni fiscali a favore del cinema, oltre al reintegro di norme che danno la possibilità al ministro di gestire i fondi interni al Mibac per garantire la copertura delle emergenze.

Tra le altre misure inserite nel DL del Fare (il cosiddetto “decreto cacciavite” perché contiene tutta una serie di piccole riparazioni alle mancanze della legislazione vigente) il reintegro e il ritorno alla piena operatività del Consiglio superiore dei Beni culturali.

Il tax credit per il cinema é stato esteso fino al 2014-2015 – la dotazione è di 80 milioni di euro per il 2014 e di 40 (almeno per il momento) per il 2015b – con l’impegno di trovare risorse anche per gli anni successivi. “Grazie alla semplificazione – commenta il Ministro Bray – avremo una maggiore capacità di gestione dei fondi del ministero che ci permetterà finalmente di gestire al meglio anche le emergenze.
“Dobbiamo essere consapevoli – conclude il Ministro Bray – che la cultura e il turismo sono leve fondamentali per far ripartire l’economia”.
Il provvedimento è stato accolto con soddisfazione dal mondo del cinema che si augura che per il tax credit si possa arrivare ad una stabilizzazione.
“Un provvedimento atteso e che ora andrebbe stabilizzato”, nota il presidente Anica, Riccardo Tozzi, soprattutto per attrarre in maniera più convincente gli investitori stranieri. Per Alberto Francesconi (Agis) il rinnovo è “un atto di responsabilità del governo”.

Il nuovo governo ha più volte sottolineato, nelle parole del Presidente Letta e del Ministro Bray, l’importanza della cultura per il futuro rilancio del Paese.  “Interventi senza dubbio importanti e positivi – dichiara il presidente di Federculture Roberto Grossi – ma che non affrontano i veri nodi che condizionano l’efficienza, la qualità e quindi la competitività del sistema delle nostre aziende culturali, sottoposte da diverse norme contenute nelle ultime leggi finanziarie a vincoli di bilancio e di spesa che ne bloccano l’operatività. E’ auspicabile, in questo senso, una disposizione che salvaguardi l’autonomia gestionale di enti e fondazioni – teatri stabili come il Piccolo di Milano, o istituti d’arte come la Quadriennale di Roma e la Biennale di Venezia – escludendoli dall’elenco Istat che li assimila alle amministrazioni pubbliche e gli attribuisce tutti i limiti dell’apparato burocratico. Siamo convinti che il Ministro Bray vorrà farsi carico di sciogliere questi nodi che altrimenti nei prossimi mesi potrebbero causare la chiusura di nostre realtà di eccellenza perché impossibilitate ad operare”.

(p.i.)

Fonti: primissima.it; agenparl; il Fatto quotidiano

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