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Misuriamo il benessere equo e sostenibile

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08/02/2013

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Misuriamo il benessere equo e sostenibile

Non si vive di solo PIL (Prodotto Interno Lordo), si vive soprattutto di BES,  il Benessere Equo e Sostenibile. E la notizia è che  il BES si può misurare. Il progetto è stato illustrato all’Accademia dei Lincei dal Presidente dell’Istat Enrico Giovannini giovedì 7 febbraio, nel corso della conferenza “Dal PIL al benessere equo e sostenibile”.

L’iniziativa si inquadra nel dibattito internazionale sul cosiddetto “superamento del Pil”, stimolato dalla convinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale, etico e ambientale, corredati da misure sulla diseguaglianza e sulla sostenibilità futura.

 “Per decenni – spiega il Prof. Giovannini – il Pil ha rappresentato la misura non solo dell’attività economica di un paese ma anche del suo grado di sviluppo e del benessere dei suoi cittadini. Le crisi degli ultimi anni (alimentare, energetica e ambientale, finanziaria, economica, sociale) hanno reso urgente lo sviluppo di nuovi parametri di carattere statistico in grado di guidare sia i decisori politici nel disegno delle politiche, sia i comportamenti individuali delle imprese e delle persone. Ferma restando l’importanza del Prodotto interno lordo nella misura dei risultati economici di una collettività, è indispensabile integrare tale misura con indicatori di carattere economico, ambientale e sociale che rendano esaustiva la valutazione sullo stato e sul progresso di una società”.

Per affrontare la sfida della definizione degli elementi costitutivi del benessere in Italia e degli strumenti per misurarlo, CNEL e Istat hanno lanciato l’iniziativa del BES coinvolgendo alcuni tra i maggiori esperti dei diversi aspetti che contribuiscono al benessere (salute, ambiente, lavoro, condizioni economiche, ecc.), le parti sociali, ampi settori della società civile e offrendo spazi di confronto e deliberazione cui hanno partecipato migliaia di cittadini. Il risultato è uno strumento in grado di guardare al benessere dei cittadini nella sua complessità.

“Il BES – aggiunge il Presidente dell’Istat – aspira a divenire una sorta di “Costituzione statistica” cioè un riferimento costante e condiviso dalla società italiana in grado di segnare la direzione del progresso della società italiana che vorremmo realizzare”. Nella definizione del BES sono stati presi in considerazione 12 aspetti del benessere (ambiente, salute, benessere economico, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione tempi di vita, relazioni sociali, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ricerca e innovazione, qualità dei servizi, politica e istituzioni) e 124 indicatori statistici.

Laura Rubboli

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