Matera, Capitale Europea della Cultura: il paradosso italiano
Matera, piccolo capoluogo Lucano, è stata nominata Capitale Europea della Cultura 2019, battendo le concorrenti Ravenna, Cagliari, Lecce, Perugia e Siena. La Capitale Europea della Cultura fu istituita per la prima volta nel 1985, con lo scopo di promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico e culturale dei Paesi membri dell’Unione Europea. Il titolo è assegnato, a rotazione, a due Stati membri, e l’Italia si trova a condividere gioia e orgoglio con Plovdiv, città della Bulgaria.
La Giuria internazionale di selezione, composta da 13 membri, ha valutato i singoli progetti presentati da ogni città candidata, raggiungendo il verdetto finale con una maggioranza di 7 voti.
“Open future”, aprire il futuro, è lo slogan scelto dalla città di Matera per la sua candidatura, perché, come ha scritto il comitato promotore nel suo documento ufficiale, “Con molte altre piccole e medie città europee, Matera ha condiviso lo stesso destino di area di consumo di prodotti provenienti dai grandi centri di produzione culturale. Negli ultimi anni, però, il quadro sta cambiando. Si fa strada un movimento che rimuove sistematicamente le barriere di accesso alla cultura: usa nuove tecnologie, adotta licenze aperte per rendere culturalmente ed economicamente sostenibile un modello in cui la produzione culturale è diffusa, orizzontale, partecipata”.
Una città, dunque, che fa leva sulle proprie forze per dare una spinta al proprio progresso culturale, tramite una valorizzazione indubbiamente notevole.
Noi italiani, patriottici e fieri, condividiamo l’onore e l’orgoglio: Matera, Capitale Europea della Cultura. Ma quanti di noi, onestamente, hanno avuto l’occasione di assaporarne il paesaggio, percorrerne i vicoli o percepirne l’atmosfera quasi poetica?
La città, per l’incanto e la bellezza di cui è protagonista, si ritrova a vivere uno dei più gravi paradossi della nostra nazione: non c’è treno che porti a Matera. Le Ferrovie dello Stato la hanno consapevolmente abbandonata a se stessa, escludendola dall’unico circuito ferroviario che fa da rete in tutta Italia. E questo limita esponenzialmente le capacità turistiche e ricettive di una città a così alta vocazione turistica. Ma non è tutto: nessuna autostrada porta a Matera, e gli aeroporti più vicini sono in altre regioni.
“Benvenuti a Matera – scrive Pino Aprile – Patrimonio dell’Umanità, meno che dell’Italia”.
Che questo titolo di Capitale Europea della Cultura porti una ventata di novità, risvegliando gli animi assopiti di chi, volente o nolente, non vede quali ricchezze artistiche, storiche e culturali nascondiamo agli occhi del mondo? E’ questo l’augurio.
Clara Cosenza
Matera è un posto difficile da descrivere. È difficile persino da fotografare. Sfugge alle definizioni, sguscia via tra uno scatto e l’altro, tra parola e parola. Bisogna andarci. […] È un posto unico al mondo, che va attraversato in silenzio, assorti, in modo da catturarne la bellezza selvaggia, caotica, che sfugge a ogni definizione.
(Licia Troisi)
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