Legno, carbonio, biodiversità: studio CNR per potenziare l’azione delle foreste europee
Adottando metodi di taglio e di gestione innovativi e mirati, le foreste producono legno migliore, un maggiore assorbimento del carbonio (che riduce l’effetto serra) e più biodiversità, senza diminuire la loro superficie verde. E’ l’indicazione fornita dai primi risultati del progetto internazionale Life+ Manfor C. BD. coordinato dall’Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale (Ibaf) del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e finanziato dal Consiglio Europeo: uno dei fiori all’occhiello della ricerca italiana in campo ambientale, che terrà impegnati cinquanta ricercatori fino al 2015.
I primi dati comparativi raccolti sui nove siti su cui si espande il progetto, sei aree boschive italiane e tre slovene, sono in qualche modo rivoluzionari perché provano che esistono nuove prospettive nella cura dei boschi (quindi nel tagliare gli alberi, nel conservare o eliminare il legno morto, nel far entrare più o meno luce sfoltendo le chiome) che sviluppano maggiormente le immense potenzialità delle aree boschive. La gestione mirata, dicono le prime indicazioni dei dati post trattamento, riesce ad ottimizzare alcune funzioni fondamentali delle foreste: la capacità di “pulire” l’atmosfera fissando l’anidride carbonica sia negli alberi che nel suolo, la creazione di habitat basilari per la conservazione della biodiversità, l’incremento spontaneo della complessità strutturale del bosco (importante sia ai fini ecologici che turistico paesaggistici), la produzione di legno di maggiore qualità.
“Gli interventi innovativi – spiega Giorgio Matteucci, coordinatore del progetto ManFor C. BD. – pur diversi e più intensivi rispetto a quelli tradizionali, hanno mantenuto stabili i parametri di copertura forestale e prodotto un aumento della biodiversità, per la presenza di maggiori differenze strutturali. Il tipo di legname estratto negli interventi innovativi ha spuntato spesso prezzi superiori e, per le maggiori dimensioni, ha prospettive di un impiego più duraturo: una trave imprigiona il carbonio anche per secoli, svolgendo un ruolo ecologico duraturo, la legna da ardere lo restituisce in atmosfera in tempi brevi”.
Tradotta in termini pratici, l’importante scoperta significa non solo che le foreste italiane possono diventare più produttive dal punto di vista economico, ma anche sotto il profilo ambientale.
Sul piano operativo, il ManFor C.BD. l’intervento del team del ManFor C.BD. consiste nell’affiancare alla gestione “classica” dei siti, in piccole porzioni di bosco, una o due opzioni di gestione alternativa proposte dal Progetto. Le misure di controllo e i rilievi effettuati prima e dopo gli interventi nelle diverse gestioni rappresentano la prova del nove delle nuove teorie.
Concetti che il progetto si propone di divulgare anche ai non professionisti della natura. Tanto che uno degli obiettivi dichiarati dai coordinatori è quello di attivare un’area dimostrativa di gestione dei boschi in ognuno dei siti in cui il ManFor opera. La prima è stata inaugurata proprio qualche giorno fa nella foresta del Cansiglio, in Veneto, in occasione della seconda edizione di RiservAmica (evento nazionale organizzato dal Corpo Forestale dello Stato). Numerosi visitatori hanno già sperimentato il nuovo percorso a tappe nel bosco, ognuna con un pannello che racconta i processi legati alla gestione innovativa e a quella tradizionale, ma anche come gestire le foreste per mitigare l’effetto serra o per difendere la biodiversità, come si comportano le varie specie animali, quale importanza hanno il legno morto e i nutrienti. A guidarli, per l’occasione, c’erano i ricercatori dell’IBAF, che hanno anche mostrato alcuni curiosi strumenti di lavoro, come le trappole per gli insetti, i sistemi di raccoglimento e analisi del fogliame, le funi per salire sugli alberi e campionare le chiome. Insieme a loro, il personale del Corpo Forestale dello Stato, che supporta il progetto su scala nazionale e che si occuperà delle prossime visite guidate (ma chi passeggia nel bosco può seguire anche da solo il percorso, segnato dal logo giallo ManFor sugli alberi, leggendo i pannelli).Il progetto ManFor annovera tra i partner l’Università degli studi del Molise, il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, le Regioni Veneto e Molise e Slovenian Forestry Institute. Nel 2015, alla sua conclusione, contribuirà ad aggiornare i dati relativi ai principali indicatori Pan-europei per la gestione forestale sostenibile e fornirà dati aggiornati, linee guida e “buone pratiche” ad uso della collettività. E probabilmente la prova che i boschi gestiti secondo nuovi criteri possono svolgere con più efficacia il ruolo di salvatori del pianeta e di basi per lo sviluppo dell’economia verde.
Matteo Recanatesi
Lascia un commento