Le Terme di Diocleziano finalmente restituite al pubblico
Ci sono voluti sei anni, sei milioni di euro, altrettanto duro lavoro, ma alla fine le Terme di Diocleziano sono tornate al loro antico splendore. Simili nella struttura a quelle di Caracalla, le terme più grandi dell’Antica Roma vengono restituite al pubblico. Un percorso inedito in 3200 metri quadrati, tra storia, arte, religione ed emozione. Quel che si poteva visitare prima del 23 settembre, era solo un museo dimezzato. All’appello mancavano 14 grandi aule, nate nel lontano 300 d.C, e decorate da affreschi del cinquecento. Una straordinaria sinergia tra età classica e Rinascimento. Dopo sessant’anni torna infatti alla luce il chiostro Ludovisi, firma cinquecentesca di Giacomo del Duca, assistente di Michelangelo. Si potrà visitare anche l’aula VIII, con i suoi 900 metri quadrati, e ad arredarla ci penseranno i grandiosi frammenti architettonici delle terme stesse, rinvenuti durante il restauro. Un tempo l’aula affacciava su quello che può essere considerato il piatto forte delle Terme di Diocleziano: la Natatio. Si tratta della più grande piscina all’aperto del mondo classico, e le sue dimensioni sono a dir poco suggestive: originariamente si estendeva per oltre 4 mila metri quadrati, fino all’attuale Via Cenaia, conteneva cinquemila metri cubi d’acqua, per una profondità di circa un metro e mezzo. Oggi, dopo oltre trent’anni, una parte di questo spettacolo è finalmente visibile, e così chiunque comprerà il biglietto potrà incantarsi davanti alla maestosità della piscina imperiale.
I meticolosi lavori di restauro, hanno portato alla luce parte dei mosaici e dei preziosi marmi che facevano da fondale alla natatio. A coronare questo spettacolo è la facciata recuperata, alta oltre venti metri, quella stessa facciata che dal ‘500 al ‘700 ha ispirato i più grandi artisti, dal Palladio a Piranesi. E’ proprio questo ciò che seduce chiunque visiti le Terme: il continuo dialogo tra il classico e il rinascimentale. Ciò che invece rincuora, è il fatto che il tutto possa essere ammirato. Meno di dieci anni fa, si parlava di un patrimonio artistico che con buone probabilità sarebbe rimasto un mistero. Mancavano i soldi e mancava la voglia di investire. Oggi, per fortuna, i fatti ci suggeriscono che è andata diversamente.
Claudia Carpinella
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