Rugby, le “Lady” dall’aspetto docile e dal cuore di “lupe”
Un gruppo formato da undici ragazze, di età compresa tra i 18 e i 32 anni: queste sono “le Lupe” di Cosenza. La squadra femminile di rugby è nata dalla passione di alcune ragazze per il rugby come sport di contatto. Dopo tre anni di allenamenti, di sacrifici, di cambiamenti hanno capito i veri valori del rugby: spirito di squadra, dove i rapporti umani nascono in campo, ma continuano oltre quel suolo di battaglia, per poi miscelarsi con la vita quotidiana; forza nell’andare avanti, nonostante tutte le avversità, in quanto questo sport, inerente il settore femminile, è spesso oggetto di pregiudizio, non solo da parte dei ragazzi ma, anche dalle stesse ragazze che pensano sia uno sport violento e prettamente maschile. Tutto questo le ostacola nel trovare altre ragazze e nel crescere numericamente. Nonostante questo “le Lupe” non si arrendono, come lo stesso sport insegna, vanno sempre avanti. È la squadra stessa ad impegnarsi nel sostentamento delle attività. “La nostra meta è crescere facendo conoscere questo sport e diffondendo il verbo del rugby. Il primo allenamento è stato organizzato per pura casualità e da li è stato amore a primo tocco, in quanto abbiamo preso l’impegno di continuare ad allenarci e a praticare questo sport con passione e determinazione”, queste le parole delle componenti della squadra. “Tutte possono giocare a rugby basta semplicemente la giusta grinta, la determinazione e un pizzico di follia.” Questo è il consiglio delle ragazze per chi volesse intraprendere questo sport. La squadra delle Lupe è la prima in Calabria. Le ragazze sorridono e dicono in coro: “siamo contente che altre società calabresi abbiano dato spazio ad un settore femminile, segno che anche nel sud Italia il rugby femminile si stia diffondendo a macchia d’olio”.
Dopo aver riposto la divisa nell’armadietto, ognuna di loro riprende normalmente, anzi con più grinta, la propria maschera professionale, dallo stesso capitano che dapprima si sgolava in quel campo pieno di fango e avversità per poi finire nel suo mondo fatto di arte e dolci (pasticcera). Ognuna di loro quindi riprende la propria quotidianità, che si tratti di riprendere il microfono e cantare davanti ad un pubblico o di riprendere i libri per poter superare, come in campo, le avversità universitarie o addirittura di fare della bellezza il proprio biglietto da visita (estetista). In poche parole il rugby non è fatto di soli guerrieri, ma di persone che lottano tutti i giorni, non da uomini palestrati ma anche da lady che sotto la femminilità nascondono un cuore da vere Lupe.
Rosanna Angiulli
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