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Lago Ex SNIA: un’oasi nel caos metropolitano di Roma

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15/11/2017

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Lago Ex SNIA: un’oasi nel caos metropolitano di Roma

Nel caos metropolitano di Roma è nato un lago che vive, combatte e resiste. Un triangolo di verde circondato da “scheletri di cemento” collocato tra via di Portonaccio e via Prenestina. A pochi passi dallo snodo centrale di Porta Maggiore, il lago, noto a tutti come “Sandro Pertini”, è il lago ex-Snia. Negli anni Novanta fu sede della fabbrica SNIA, produttrice di una particolare seta artificiale. La crisi del chimico italiano portò alla definitiva chiusura della SNIA nel 1954. L’area fu acquistata il 7 novembre del 1990 da un costruttore romano, che diede il via agli scavi per l’edificazione di un centro commerciale, truccando le mappe del piano regolatore di Roma. Gli scavi condotti per la costruzione del centro commerciale intercettarono una purissima falda acquifera, che attraversa la zona di Roma est.

Il tentativo maldestro di rimediare al danno canalizzando l’acqua nel collettore si rivelò disastroso: il collettore scoppiò, allagando il quartiere e portando alla formazione dell’unico lago naturale di Roma. L’esistenza del lago fu minata da ulteriori progetti di cementificazione, che si scontrarono con la salda opposizione da parte dei cittadini organizzati in comitati.  Un intero quartiere si è mobilitato per la sua tutela e conservazione.

Attualmente l’area appartiene al comune di Roma e si cercano soluzioni per valorizzarla al meglio. Dopo oltre sessant’anni il lago ha creato un proprio ecosistema. Nell’area – si legge dal sito Ansa – sono state censite 180 specie di piante, nonché 50 di uccelli, molti dei quali protetti a livello europeo. Ci sono martin pescatori, cormorani che spesso sostano sul mostro di cemento, i germani reali che vivono stabilmente nell’area, una coppia di tuffetti, gallinelle d’acqua che nidificano tra i canneti, poiane, almeno tre esemplari di gheppio, picchi rossi, pettirossi, fringuelli, verdoni, verzellini, capinere, e gli immancabili gabbiani reali che scorrazzano indisturbati, soprattutto di notte.

Nel 2006 e nel 2014 sono state eseguite analisi microbiologiche, che mostrano concentrazioni di sostanze chimiche conformi agli standard e livelli di carica batterica contenuti. La storia del lago ex Snia è stata recentemente raccontata da Michele Boato, nel suo libro Quelli delle cause vinte, che raccoglie 80 storie di battaglie ecologiste in tutta Italia e illustra metodi di lotta, strumenti legali, scientifici e istituzionali utili per concludere positivamente e vincere cause importanti per salvare l’ambiente.A Novembre l’area del lago continuerà ad essere aperta tutti i giorni dalle 10 del mattino fino al tramonto. Il lato est del lago è costeggiato da circa 2,5 ettari di terreno dove si possono visitare la vecchia fabbrica e l’apiario.

Patrizia Giannotti 

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