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La capitale rende omaggio all’arte di Renato Guttuso

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09/10/2012

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La capitale rende omaggio all’arte di Renato Guttuso

Guttuso  Roma - Caffè Greco“Noi siamo la vera pellicola della realtà; e io la dipingo”. Queste le parole con cui Renato Guttuso, esortava gli artisti a farsi interpreti del loro presente, a calare la loro arte nel tessuto della società.

Guttuso, nato a Bagheria, in Sicilia, nel 1912 e morto a Roma nell’87, è stato senza dubbio tra i pittori italiani più rappresentativi del Novecento europeo. Operò tra Palermo, Milano e soprattutto Roma, di cui immortalò nelle tele il volto più intenso e profondo, tracciandone cosi la storia e i molteplici aspetti sociali e politici.

Ed è ora la capitale a rendere omaggio al grande maestro siciliano con una imponente antologica che dal 12 ottobre 2012 al 10 febbraio 2013 sarà ospitata nella prestigiosa cornice del Complesso del Vittoriano.

In occasione del centenario della nascita del pittore la mostra riunirà più di cento opere provenienti da musei nazionali e internazionali, dalle collezioni private e dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna che rappresenteranno l’intero arco creativo della sua attività artistica, celebrando cosi i cinquant’anni del pittore in questa città.

Fu infatti nella Capitale che il pittore nel 1931, appena diciannovenne, fu invitato a esporre due quadri alla prima Quadriennale.

Uno straordinario percorso storico-figurativo che ci rimanda al passato partendo dal celebre dipinto “La Crocifissione” che, tra le polemiche, lo consacra al pubblico e alla critica, all’opera-manifesto della pittura antifascista “I funerali di Togliatti” dipinto nel 1972 fino ad arrivare alle personali rappresentazioni della Capitale.Funerali di Togliatti - Renato Guttuso

Negli anni della sua permanenza a Roma, l’artista intrecciò rapporti con numerosi intellettuali e artisti tra cui Pasolini, Moravia, Neruda, dai quali trasse ispirazione per diversa opere che ritraggono la “sua” Roma, ricca di emozioni. Seppur gli influssi artistici e il fervore sociale della grande città siano stati rilevanti nella sua arte, Guttuso affermò spesso in alcune interviste che “il pittore dipinge sempre quello che conosce”. Capire i suoi dipinti è come scoprire il forte senso delle sue radici senza trascurare la formazione: il realismo connesso alle difficili problematiche della sua terra, la semplificazione delle forme così simile ai disegni imparati nella bottega degli artigiani di carretti siciliani, ricostruiscono i primi anni di vita nella terra natia.

Fuga dall’Etna che lo consacrò pittore romano nel ‘39 è l’inizio di opere in cui l’allegoria svela il suo punto di vista sull’esistenza e la storia: sia che si tratti di minatori di zolfo, dei neri del Congo, degli americani di Cuba, dei combattenti della Libia, i protagonisti della storia diventano le persone comuni, intente a farsi spazio come nell’antico mercato di Palermo, nel famoso dipinto la Vucciria del ‘74, o quelle del Caffè Greco del ‘76.   (Francesca Marcone)

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