Pompei ne strega 3,2 milioni, stupiscono le nuove domus
Oltre 3,2 milioni di visitatori nel 2015 a Pompei: è record. Siamo a 620mila presenze in più rispetto al 2014. Una bella spinta è arrivata a fine dicembre dall’apertura contemporanea delle sei nuove Domus inaugurate alla vigilia di Natale dal presidente del Consiglio, Matteo Renz e dal ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini. Quasi 6.000 visitatori nel giorno di Santo Stefano, oltre 7.000 domenica 27 dicembre e 6.200 nella giornata del 28. Presenze in forte crescita, dopo Natale (scavi chiusi) e prima di Capodanno(scavi chiusi), con un incremento di visite rilevante: rispetto alle stesse giornate del 2014: 56% in più il 27 dicembre, +29% il 28, + 15% il 26 dicembre.
Anche Renzi su Facebook ha parlato di “Pompei da record” e il post accompagnava il video-promo del corto girato da Pappi Corsicato e ospitato su diversi siti.
Spesa bene, quindi, anche l’ultima parte (3 milioni di euro) dei 100 milioni dei fondi europei del Grande Progetto Pompei. Le sei nuove case – ha spiegato il soprintendente Massimo Osanna – sono state riaperte tutte insieme “perché nel loro complesso offrono uno spaccato straordinario di quella che doveva essere la vita nella città romana negli anni subito prima che l’eruzione del Vesuvio, nel 79 dopo Cristo, la seppellisse con le sue ceneri”.
Gettonatissime tutte le domus, ma in particolare quella di Paquius Proculus -con le scritte elettorali sulla facciata e gli stupendi pavimenti colorati delle sue stanze e la Fullonica di Stephanus, il grande laboratorio per il lavaggio e la tinteggiatura dei tessuti, portata alla luce tra il 1912 e il 1914 nella campagna di scavi diretta allora da Vittorio Spinazzola.
Molto richiesti anche i due percorsi di visite guidate proposte dal sito archeologico insieme con Scabec (società campana beni culturali): la prima (“Di domus in domus”) dedicata alle domus, la seconda (‘Memorie e suggestionì) con la visita all’anfiteatro e alla mostra dei calchi allestita nella grande piramide progettata da Francesco Venezia.
L’apertura contemporanea delle sei nuove domus permette di completare il racconto visivo della vita di Pompei prima che l’eruzione del Vesuvio del 63 dopo Cristo trasformasse in statue di cenere i suoi abitanti, mantenendo però intatte le case e gli edifici pubblici. Scopriamo così la bella casa della Domus dell’Efebo, una sorta di villa urbana di un ricco pompeiano, ma anche abitazioni più povere, piccole e modeste come le case di Fabius Amandio o quella del Sacerdos Amandus.
E poi c’è la casa del Criptoportico, che, racconta Osanna, “deve essere stata di grandissimo prestigio nell’età augustea, con terme e stanze decorate con scene dell’Iliade di altissima qualità”.
Teresa Russo
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