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L’Arte Madì vista da vicino. Dopo Napoli: Terlizzi e Taranto

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20/04/2016

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L’Arte Madì vista da vicino. Dopo Napoli: Terlizzi e Taranto

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Buenos Aires 1946. Carmelo Arden Quin pone la sua firma olografa sul Pre-Manifesto del Movimento Madì. Su quel movimento si è aperta nell’autunno scorso al Museo Civico di Castel Nuovo di Napoli nella Sala Carlo V la mostra “Aspetti del Madì Internazionale a Napoli” che è diventata poi itinerante. Il 6 maggio sarà a Terlizzi e il 6 giugno a Taranto. La mostra propone le ricerche di sei componenti del Madì Internazionale operanti a Napoli: Aldo Fulchignoni, Alberto Lombardi, Enea Mancino, Renato Milo, Antonio Perrottelli e Marta Pilone. La Voce della Bellezza ha raccolto la testimonianza i sogni e le visioni di Marta Pilone, sua attiva rappresentante e talento partenopeo della scultura contemporanea.

 MD5Che cosa è Arte Madì per Marta?

Arte per me è vita perché senza non saprei vivere. Io sono scultrice. Venendo dall’Istituto d’arte di Torre del Greco per l’incisione del corallo, io sono innanzitutto una scultrice di coralli. Ho iniziato a fare piccole sculture proprio con questo gioiello della natura. Più che cammei facevo vere e proprie sculture in miniatura.

La scultura di corallo di cui vai più fiera?

Un pezzo che feci quando mi diplomai, esattamente 50 anni fa proprio oggi, e che ora è esposto al Museo di Torre del Greco. Facevano una intervista e tornando indietro con la mente sono arrivata a quel 1966.

Tornando indietro useresti sempre il corallo come materia da lavorare?md10

Ho realizzato in corallo pure una corona che donai al Pontefice del tempo.

A Papa Francesco, che recentemente ha scritto il libro La mia idea di arte cosa donerebbe? Il papa dice che la principale prerogativa dell’arte è la sua universalità ergo deve essere accessibile a tutti, anche ai reietti disagiati della terra. Ponendo l’accento sul riuso come risorsa per l’arte di creare bellezza da ciò che la società contemporanea considera scarto. Una tua riflessione in merito?

Abbiamo dedicato la mostra Karma a Napoli proprio a questo concetto. Sono molto attenta e sensibile all’idea di donare la mia arte per favorire il finanziamento a opere di bene, come macchinari per malattie difficili. A d esempio ho regalato alla Croce Rossa delle opere per raccogliere fondi per macchinari medici pediatrici. Ai tempi dell’Istituto feci una tesina occupandomi dei bambini nell’ambito del corso di anatomia e da lì mi sono sempre sentita a loro vicina.

Il tuo rapporto con la materia, dal punto di vista chimico, fisico della lavorazione e tecnico?

Quando lavoro non so nulla: non uso guanti perché amo sentire la temperatura della materia e per osmosi trasmetterle la mmd4ia energia. Per esempio quei ciondoli bicolori in plexiglas se indossati hanno una energia potentissima da mettere a disposizione di chi li possiede. Perché vi ho messo tutto il mio amore per la materia e il mio pensiero di materialismo dialettico, ci ho riversato la mia personale forza Madi. Amo avere un rapporto diretto con la materia, con il dolore delle mani e il piacere di manipolare.

Un sogno nelmd12 cassetto?

Il mio progetto è andare comunque sempre avanti. La mia arte è sempre all’avanguardia.

Ti offendi se le tue opere vengono usate come elementi di design e quindi dotati di funzionalità

A me non piace usare le opere. La sua è sì una finzione, ma una funzione di gusto. Il suo esserci e piacere a chi la guarda basta a darle attributo di funzionalità senza doverla mettere a servizio di altri scopi oltre se stessa. Il suo valore è assolutamente intrinseco.

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Come nasce un’opera?

Io lavoro sempre, sia materialmente che psicologicamente. Come una donna in gravidanza, il mio modo di fare arte è un lavorio continuo, ma a un certo punto arriva una intermittenza nel cuore a dirmi che l’opera deve essere messa a punto e conclusa.

Quali colori predominano nella attuale tua fase creativa?

Intanto adoro il bianco e nero da sempre, poi per me i colori non hanno valore in sè ma come suppmd11orto al legame con lo spazio e come veicolo di luce. Amo rosso, giallo, blu in aggiunta.

I tuoi rapporto con i colleghi artisti Madì come sono?

Ottimi, siamo tutti amici, ci vediamo spesso, ci incontriamo e ci scontriamo, ma c’è uno scambio continuo. In Giappone intanto è in corso una mostra con nostre creazioni di piccolo formato nel Museo del Giappone. Sarà in una sala splendida. Per piccolo formato intendo opere di 20×30 centimetri.

 

 

 

 

 

 

 

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