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Il Barocco e la passione di Sir Denis Mahon

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25/11/2014

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Il Barocco e la passione di Sir Denis Mahon

mostra p barberiniI tesori dell’arte non vanno tenuti stretti al petto, ammirati in solitudine tra le mura della propria abitazione o concessi al pubblico una volta ogni tanto: come il saggio comprende bene il valore della divulgazione delle proprie conoscenze, così l’autentico collezionista d’arte, il vero appassionato consegna a tutti noi il frutto del lavoro compiuto; la sua ricompensa emerge dallo stupore negli occhi del visitatore di una mostra davanti ad una tela cui ha dedicato anni di ricerche e attraversato intere nazioni. Questo è ciò che ha fatto nel Novecento l’erudito londinese Sir Denis Mahon, promuovendo in Gran Bretagna un rinnovato e contagioso interesse per l’arte italiana del XVII secolo.

Fu complice del pubblico, suo alleato; “È la collezione privata più pubblica del mondo” : parola di Nicholas Penny, direttore della National Gallery di Londra, che ci ricorda i numerosissimi capolavori sparsi nei musei di tutta Europa appartenuti a Mahon, morto nel 2011, dopo aver compiuto 101 anni.

Al suo amore per l’arte barocca possiamo accostarci grazie all’evento di scena a Palazzo Barberini Da Guercino a Caravaggio. Sir Denis Mahon e l’arte italiana del XVII secolo, ancora fino all’otto febbraio. Guido Reni, Annibale Caracci, Domenichino, Poussin e tanti altri: tutti i grandi maestri di quell’epoca rispondono all’appello;  di Guercino possiamo ammirare uno dei quadri più commoventi e rivoluzionari del Barocco, “La Madonna del passero”. Il braccio sinistro di Maria sorregge il piccolo Gesù, che osserva incantato un uccellino, la cui zampetta è legata all’indice della mano destra della Vergine da un filo sottile: una  tiepida luce fascia le spalle di entrambi; la sacralità delle figure sta nella loro semplicità. L’opera, appartenuta a Scipione Borghese, fu venduta nell’Ottocento. Sir Denis Mahon la fece sua per mostrarla al mondo, donandola alla Pinacoteca di Bologna. Le opere in esposizione sono 45 in tutto. Un’occasione da non perdere per conoscere uno dei momenti più intensi della storia dell’arte e di Roma, quello in cui il rinascimento cedeva il passo ad un nuovo modo di colpire il cuore e l’immaginazione dell’uomo, quando il Concilio di Trento e la controriforma trasformarono il profilo delle arti figurative.

 Andrea Mazzuca

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