Ricerca Censis – Gli italiani e la bellezza
Ricerca Censis – Fondazione Marilena Ferrari
La Fondazione Marilena Ferrari, sostenuta da FMR-ART’E’, che da sempre crede nella bellezza e nell’arte come strumento nella crescita socio culturale del Paese e delle persone, ha voluto avviare con il Censis, un’ulteriore riflessione sulla bellezza, sulla sua forza e la sua potenzialità trasformatrice non solo della qualità della vita ma anche delle coscienze. Da questa ricerca emerge che gli italiani sono convinti che vivere nel paese più bello del mondo li renda un popolo migliore, in grado di sconfiggere la rassegnazione e la crisi.
Oltre il 68,3 % ritiene che il patrimonio artistico italiano sia la nostra forza identitaria e il punto di partenza per rilanciare il Paese perché, con il suo stesso esistere, può dare senso e speranza alla vita. Anche in un momento così difficile, oltre il 62% degli italiani ha ancora fiducia nel futuro, come è altrettanto viva (68,8%) la loro forza spirituale.
Gli italiani vivono nella bellezza e sono stati educati dalla bellezza alla speranza. L’investimento in cultura, nella sua più ampia accezione, sorprendentemente, viene considerato il più strategico su cui concentrare le risorse, per rilanciare il futuro del nostro Paese.
Una sintesi dell’Indagine
La bruttezza non viene percepita come un fatto estetico o etico, ma sociale, che coinvolge tutti rendendoci incapaci di aspirare alle cose grandi, al bello e al bene. Infatti il 52% degli italiani ritiene che la cosa più brutta del 2011 sia stata il degrado politico e non l’immondizia di Napoli (19,5%) o un episodio di criminalità (17,3%). Inoltre il 75,2% della popolazione giudica molto brutto il comportamento dei potenti. Secondo gli italiani il potere e i suoi simboli sono la vera voragine in cui il bello viene risucchiato. Ma se chiediamo alla popolazione se vivere in un posto bello, aiuta a diventare persone migliori, quasi il 70% degli italiani risponde che ne è convinto, riconoscendo un valore educativo alla bellezza. Il legame tra etica ed estetica è davvero il comune sentire degli italiani.
Tanto è vero che alla domanda “Quando pensa al patrimonio artistico del nostro Paese cosa ritiene che sia?” il 41,3% ritiene che sia il punto di partenza per rilanciare il Paese; il 27% lo considera la nostra forza identitaria; il 21,5% lo considera un’attrazione turistica e solo il 10% degli italiani lo associa ad un potenziale business. Lo scarto tra la visione utilitaristica e la visione artistica è nettissimo: nel senso che la bellezza non “serve”, non deve essere utilizzata come uno strumento qualsiasi, come un’attrazione, ma “esiste” e con il suo esistere può dare senso e speranza alla vita.
Non dovrebbe sorprendere, dunque, il fatto cha al termine di un anno difficile come il 2011 alla domanda “quanto è grande la tua speranza e la tua fiducia nel futuro?” il 62,4% degli italiani risponda: “molto” e “abbastanza”. Come altrettanto viva è la forza spirituale degli italiani (68,8%), la loro speranza nel futuro (62,4%) e l’attenzione al bene comune che aumenta in percentuale quando si fa riferimento ad esperienze direttamente vissute e conosciute.
Ma quali sono i motivi di speranza per l’Italia? Ancora una volta la bellezza sembra poter salvare il Paese, perché il 41,3% degli italiani ritiene che il fatto di essere il Paese più bello del mondo sia il principale motivo di speranza per l’Italia. Ben il 45,1% considera che vi siano ancora molte persone intelligenti mentre solo il 7,9% confida sul fatto che siamo tutto sommato un Paese ricco e appena il 5,7% degli italiani ripone la sua speranza nella classe dirigente.
La cultura rimane dunque l’investimento preferito degli italiani quando devono pensare al futuro del loro Paese. Cultura che, evidentemente nella sua più ampia accezione, viene considerata l’ambito strategico più importante in cui concentrare le risorse. Infatti, il 32,6 % degli intervistati, se fosse il Presidente del Consiglio, preferirebbe investire in cultura piuttosto che in qualsiasi altro settore.
Tab. 11 – Se lei fosse il Presidente del Consiglio investirebbe: (val. %)
Ripartizione | |||||
Nord Ovest | Nord Est | Centro | Sud e isole | Totale | |
Nell’industria | 33,5 | 30,9 | 22,6 | 22,7 | 27,1 |
Nei servizi | 17,1 | 19,6 | 25,3 | 18,1 | 19,5 |
In agricoltura | 18,7 | 18,5 | 18,9 | 24,8 | 20,8 |
Nella cultura | 30,7 | 31,0 | 33,2 | 34,4 | 32,6 |
Totale | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 |
Fonte: indagine Censis, 2011
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