Gallerie milanesi tra le due guerre
Quando la guerra imperversa gli artisti soffrono doppio. Perché sono sensibili e perché rivivono infinite volte, attraverso la loro attività creativa, queste laceranti ferite.
La mostra Gallerie milanesi. Tra le due Guerre, ospitata e organizzata, fino al 22 Maggio, dalla Fondazione Stelline di Milano, nei virtuosi spazi a corso Magenta, offre un inventario di prove di artisti di periodo post e pre-bellico. E attesta la fervida attività dei galleristi in quel momento di mezzo, tra un conflitto mondiale e l’altro.
Un’attività frenetica, a volte tribolata, ma sempre foriera di squarci di pensiero, punti di vista e prese di posizione. Gli artisti vogliono sempre far ascoltare la loro voce e proporre nuove correnti da seguire, un flusso di immagini, sinergie, movimenti d’opinione e culturali, che sono alle radici della nostra sensibilità e, ancora nella contemporaneità, riecheggiano per stimolarci al cambiamento alle riflessioni. E perché no? Alla ribellione attraverso il bello e il buono.
Dunque si possono ammirare maestri come Sironi, Martini, De Chirico, Rosai, Prampolini, ma anche Carrà, Medardo Rosso oppure Severini, Savinio Usellini o Wildt. Passando per Kandinskij o Widt. Un percorso che attesta il respiro internazionale di queste poetiche e dei suoi attuatori.
In parallelo coi creativi, dunque, i Galleristi di Milano. A partire da quelli storici, come Pesaro, Bardi, Scopinich, ma anche Micheli Gussoni Dedalo Salvetti e tante altre, hanno seguito in ogni palpito la vivacità creativa di quei cantori di modernità, offrendo spazi ricercati e terreni d’espressione liberi.
Le gallerie stesse sono infatti memoria storica e archivio duraturo di questa temperie unica. Il curatore Luigi Sansone ha intessuto, in filigrana, una vera e propria storia dell’arte tascabile, in Italia, tra le due Guerre. Ha scolpito così nella nostra memoria, con l’aiuto dei quadri, ideali estetici e ambizioni etiche di tante correnti artistiche, come Astrattismo, Correntismo, Aeropittura o Futurismo. Da adesso in poi, grazie alla Fondazione Stelline, non sono più per noi teoriche inferenze da manuale, ma materia, movimento, pennellata, pigmento e modo di vedere e vivere.
Chiara Crialesi
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