Galleria Umberto I di Napoli: una meraviglia tutta italiana
È la Galleria Umberto I di Napoli una delle meraviglie italiane scelta per il progetto del “Forum nazionale dei giovani” in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia che ha come obiettivo quello di pubblicizzare le ricchezze del Bel Paese in tutto il mondo. La galleria, la cui costruzione fu ispirata dalla Galleria Vittorio Emanuele II di Milano (edificata circa venti anni prima), fu realizzata nell’Ottocento nel cuore di Napoli, quartiere San Ferdinando, da Luigi Emanuele Rocco, Ernesto di Mauro e Antonio Curri. Progettata su tre piani in stile liberty in ferro e vetro a quattro ingressi, le sue dimensioni sono leggermente inferiori rispetto al modello milanese: pavimento a marmi policromi, 15 metri di larghezza, 175 metri di lunghezza (contro i 196 dell’altra galleria) e presenta una cupola progettata dall’ing. Paolo Boubeè alta 57 metri (10 in più rispetto al modello milanese) impostata su un ottagono di 36 metri.
Sul pavimento, in corrispondenza della cupola, si trovano i mosaici raffiguranti i segni dello zodiaco realizzati ad opera della ditta veneziana, Padoan, che hanno sostituito gli originali del 1952 andati danneggiati dalla guerra.Inoltre, per cinquanta anni, la galleria ha anche ospitato gli ‘sciuscià’, ossia, i lustrascarpe della città di Napoli che talvolta, ancora oggi, s’aggirano nelle immediate vicinanze del monumento. La Galleria Umberto I ospita anche il famoso Salone Margherita, il primo cafè-chantant d’Italia della Belle epoque, che accoglieva importanti personalità intellettuali come: Gabriele D’Annunzio, Matilde Serao, Salvatore Di Giacomo. L’ingresso principale, ornato da diverse statue, è in corrispondenza del Teatro San Carlo e piazza del Plebiscito, invece, un’altra arcata più importante è rivolta in corrispondenza di via Toledo, nei pressi del Teatro Augusteo. La galleria venne inaugurata il 10 novembre 1892 dal sindaco Nicola Amore e in quell’occasione si tenne un’esposizione di prodotti artistici, artigianali e industriali, tant’è che presto divenne il polo commerciale di Napoli.
Fabio Pariante
Lascia un commento