Firenze, opere d’arte in terapia intensiva
L’idea è nata dopo un consulto tra medici e psicologi e pare possa favorire un risveglio della mente in chi non pare cosciente o comunque sia di grande conforto a chi dovrà rimanere per lungo tempo immobile in una stanza. Autore delle opere d’arte è Luca Alinari, un pittore che iraffigura nei suoi quadri oggetti di uso quotidiano, volti, vasi e paesaggi, utilizzando una vasta tavolozza di vibranti colori pastello. «Abbiamo commissionato le opere ad Alinari – spiega Marco Geddes da Filicaia, direttore sanitario della struttura – perché è un tipo di pittura positiva anche dal punto di vista terapeutico. Ci sono ricerche autorevoli di come determinati colori e forme raffigurante riducano il ricorso agli antidolorifici e gli stessi tempi di degenza».
E’ una tecnica da tempo sperimentata nei reparti di pediatria e di buon successo soprattutto in pediatria oncologica e in terapia intensiva pediatrica. Perché dunque non applicarla anche agli adulti? Ciò che può dar forza a un bambini – è il ragionamento – darà forza anche ad un adulto malato che, a causa della sofferenza, torna appunto bambino. Una tecnica che in molti, si spera, vorranno sperimentare negli ospedali della propria città. La bellezza, dopotutto, deve abitare anche in luoghi generalmente brutti e asettici come gli ospedali. Se è vero, infatti, che la bellezza rilassa, che determinati colori stimolano l’ottimismo, che un oggetto desiderato stimola la voglia di raggiungerlo, l’idea che hanno avuto all’ospedale Santa Maria Nuova di Firenze dovrebbe funionare ed estendersi ad altri nosocomi.
“Arte è ciò che il mondo diventerà, non ciò che il mondo è “diceva il saggista austriaco Karl Kraus, e questa definizione ben si adatta all’introduzione nelle corsie degli ospedali italiani dell’arteterapia, una tecnica coadiuvante delle metodologie standard, derivata dalla psicoterapia, che mira a velocizzare il processo di guarigione dei pazienti mediante il loro rapporto con diverse forme artistiche. Il teatro, la musica, la letteratura, la fotografia sono utilizzate come vera e propria tecnica riabilitativa: stimolare il senso estetico e critico del paziente infatti rappresenta una valida forma di sostegno allo stesso e ne favorisce la crescita nella sfera emotiva, affettiva e relazionale.
Studi del Centro italiano di arte terapia dimostrano come la creatività produca benessere e migliori la qualità della vita. La prima ad accostare due mondi apparentemente antitetici, fondendo la scientificità della medicina e la creatività dell’arte fu nei primi anni ’40 l’artista Edit Kramer, che promosse, attraverso il contatto con l’arte, il senso di identità del degente. Arteterapia come forma comunicativa, con suoni, forme e colori che danno consistenza ai pensieri.
(Massimo Durante)
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