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Fino al 29 agosto il Magna Grecia Teatro Festival

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09/08/2013

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Fino al 29 agosto il Magna Grecia Teatro Festival

Si concluderà il 29 agosto a Crotone, nel parco archeologico di Capo Colonna la Rassegna del Magna Grecia Teatro Festival, ovvero quella in cui la Calabria da terra di consumo diventa terra di produzione culturale. E dimostra come si possono valorizzare siti archeologici che trasudano storia e bellezza. Tra i tanti la Villa romana di Casignana, situata lungo la costa ionica tra Reggio Calabria e Locri, che è uno degli esempi maggiormente significativi di frequentazione ed uso del territorio calabrese in età romana.  Qui il 22 agosto Michele Placido interpreterà le più belle poesie di tutti i tempi, da Omero a Eschilo, da Saffo a Catullo, da Leopardi a Montale.  Lo spettacolo si intitola “Amor che a nullo amato…amar perdona“. Accompagnano Placido tre musicisti, due ballerini e da una cantante, con il quale l’artista percorre un viaggio nel tempo e nella letteratura. Sarà un’ottima occasione per visitare, nel pomeriggio, prima dello spettacolo, la grande villa romana di Palazzi , uno straordinario insediamento suburbano nel primo secolo d. C. ricco di mosaici che non hanno nulla da invidiare a quelli della Villa del Casale a Piazza Armerina, in Sicilia.

L’elenco dei siti archeologici valorizzati dal Festival è lungo, come abbiamo scritto nel pezzo di presentazione del 10 luglio scorso.  La chiusura sarà nel segno della leggerezza, con lo spettacolo “Romando mitologico” del duo comico Battaglia & Miseferi nello scenario fantastico del Parco archeologico di Capo Colonna.

Il via al Festival è stato dato il 13 luglio scorso dall’arena di piazza castello, a Reggio Calabria, con uno spettacolo ad hoc dell’attore romano Enrico Montesano, Messo in piedi, come egli stesso ha fatto sapere, in poco più di due settimane, mettendo in piazza, cioè nell’agorà, che è anche il tema portante della rassegna, aspettative ed ansie.

Il programma di questa edizione prende spunto dalla Agorà come luogo di incontro fra popoli e culture, mettendo in piazza il dialogo fra le diverse arti classiche e contemporanee, l’elemento femminile, la multimedialità come nuova forma di ricerca espressiva, l’originalità e l’esclusività dei progetti in cartellone.

 Il Teatro dei Ruderi di Cirella per esempio  ha ospitato venerdì 26 luglio, la “Lunga Notte di Medea ”: un’interpretazione originale dello straordinario testo di Corrado Alvaro realizzata attraverso un percorso di ricerca che sviluppa una commistione scenica di teatro e video seguendo la vocazione che i due enti di produzione (Officine Arti e Teatro Primo) hanno intrapreso in questi ultimi anni.

La rivisitazione del mito di Medea in Alvaro pone l’accento sul dramma della condizione dello straniero, il dramma dell’incomunicabilità tra culture differenti. Alvaro compie un processo di universalizzazione della tragedia: anche se colloca il dramma a Corinto come vuole la tradizione, la storia potrebbe svolgersi, infatti, ovunque e in ogni epoca. Interpreti in scena: Maria Milasi, Silvana Luppino, Donatella Venuti, Gianfranco Quero, Kristina Mravcova, Paride Acacia, Stefano Cutrupi, Americo Melchionda. Musiche Originali Aldo Gurnari Scenografia / Costumi Daniela Giuffrè. La regia di Americo Melchionda. Aiuto regia Christian Parisi.

In questi giorni – 8 agosto  a Monasterace (Parco Archeologico di Kaulon), 9 agosto a Cassano allo Jonio (Parco Archeologico di Sibari), 10 a agosto a Diamante (Anfiteatro dei Ruderi di Cirella) – va in scena  “Il Piccolo Ulisse ovvero la caccia fortunata”, interpretato da Porta Cenere, una delle compagnie scelte dal direttore artistico Giorgio Albertazzi. Si tratta di un’opera lirica inedita composta da Natale Filice e Salvatore Sangiovanni, alla loro seconda collaborazione dopo il successo nazionale della “Fedra”.

Un’opera sorprendente, totalmente realizzata in Calabria con maestranze provenienti da diverse esperienze e diretta dallo stesso autore Filice, reduce da più di 40 regie liriche in giro per l’Italia, ultima delle quali “Rigoletto” al Teatro Italia di Roma.

“Il Piccolo Ulisse ovvero la caccia fortunata” è un’opera lirica in un atto, il cui libretto nulla ha preso in prestito dalla tradizione letteraria, se non una certa predisposizione all’intrigo e alla magia primordiale, tipici di quelle narrazioni nate dal popolo e piegate, all’occorrenza, agli scopi più disparati dell’intellighenzia pre e post-pasoliniana. L’Ulisse in questione, tuttavia, è solo un “pupo” in una scatola. Non insegue i simboli dell’antagonismo e della protesta, non interpreta il presente, non sa niente di niente – non sa ragionare, non sa leggere, non sa scrivere, non sa neanche parlare. Egli non viaggia, non persuade, non uccide. Si limita ad una semplice, quanto barbarica, emissione vocale

Nello spettacolo, oltre ai quattro cantanti (il soprano Imma Iovine, il basso Andrea Graziano, il baritono Antonio Fratto, il tenore Roberto Nadiani) e all’attore Mario Massaro, sono coinvolti musicisti, disegnatori del suono, un ensemble vocale, e diversi tecnici. Il tutto impreziosito dalle esclusive illustrazioni e animazioni di Costantino Sammarra e Elisa Ianni Palarchio. Costumi di Rosalba Catte, tecnica video di Lorenzo Vommaro.

(c.m.)

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