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Ferrovie turistiche: a passo lento lungo i binari

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26/08/2017

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Ferrovie turistiche: a passo lento lungo i binari

Dario Franceschini continua a ripeterlo a gran voce: a passo lento andremo lontano. Almeno per quel che riguarda il turismo italiano. Il Ministro dei beni culturali e del turismo plaude al licenziamento dal Senato della norma per l’istituzione delle ferrovie turistiche. Di strada ce n’è ancora parecchia da fare, ma il disegno di legge A.S. n. 2670, già approvato dalla Camera dei deputati, getta solide basi per la valorizzazione di una mobilità dolce che dà nuova vita a vecchie tratte ferroviarie in disuso, facendone direttrici di viaggi lenti, attraverso aree di particolare pregio naturalistico o archeologico.
“Centinaia di chilometri di linee ferroviarie straordinari che percorrono paesaggi incredibili”: questo si legge negli occhi del Ministro dei Beni Culturali quando guarda al futuro del turismo italiano. Centinaia di percorsi sconosciuti alle masse, che toccano antichi borghi e fiere realtà locali, in grado di affascinare i turisti tanto quanto le nostre straordinarie città d’arte, ormai prese d’assalto e al tracollo. “Investire su nuovi percorsi è il primo obiettivo del piano strategico del turismo – ripete Franceschini – uno strumento concreto che individua nel turismo sostenibile e di qualità una delle leve di policy per il benessere economico e sociale italiano”: una ricetta semplice per governare la crescita dei flussi turistici, decongestionare città come Roma, Firenze, Venezia e rendere fruibile quell’immenso patrimonio diffuso che rende unico il nostro Paese.
La nuova legge, spiegano dal Mibact, mira a salvaguardare e valorizzare le tratte ferroviarie, dismesse o sospese, caratterizzate da particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico, nonché le relative stazioni, opere d’arte e pertinenze. L’individuazione delle tratte ferroviarie interessate avverrà con decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, in coerenza con il Piano Strategico del Turismo. Alcune tratte sono, tuttavia, già state segnalate: dalla campagna laziale, all’entroterra marchigiano, dalle montagne sarde all’Appennino abruzzese, la mobilità dolce interesserà certamente le 18 tratte citate nel provvedimento, cui con il tempo potranno aggiungersene altre:
a) Sulmona-Castel di Sangro (Abruzzo)
b) Cosenza-San Giovanni in Fiore (Calabria)
c) Avellino-Lioni-Rocchetta Sant’Antonio (Campania)
d) Sacile-Gemona (Friuli Venezia Giulia)
e) Palazzolo-Paratico (Lombardia)
f) Castel di Sangro-Carpinone (Abruzzo/Molise)
g) Ceva-Ormea (Piemonte)
h) Mandas-Arbatax (Sardegna)
i) Isili-Sorgono (Sardegna)
l) Sassari-Palau Marina (Sardegna)
m) Macomer-Bosa (Sardegna)
n) Alcantara-Randazzo (Sicilia)
o) Castelvetrano-Porto Palo di Menfi (Sicilia)
p) Agrigento Bassa-Porto Empedocle (Sicilia)
q) Noto-Pachino (Sicilia)
r) Asciano-Monte Antico (Toscana)
s) Civitavecchia-Capranica-Orte (Lazio)
t) Fano-Urbino (Marche)
Un ultimo, felice, dettaglio: la legge è stata approvata all’unanimità dal Senato. Quando le idee sono buone, nessuno si tira indietro.

Camilla Cipolla

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