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FAI: al via dal 7 gennaio le primarie della cultura

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11/01/2013

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FAI: al via dal 7 gennaio le primarie della cultura

Ilaria Borletti Buitoni - Presidente FAIAria di elezioni, tempo di primarie per la politica. Ma ci sono anche le Primarie della cultura, una grande consultazione popolare che vuole indicare al prossimo governo le priorità nel campo dell’ambiente, dell’arte e del paesaggio, settori chiave per lo sviluppo, la crescita e il futuro dell’Italia, oltre che caposaldo della nostra identità nazionale. E queste della cultura sono primarie che si sono aperte lunedi 7 gennaio.

Ne hanno parlato su Sky Tg24 Pomeriggio, il programma condotto da Paola Saluzzi, il Presidente FAI Ilaria Borletti Buitoni, il critico d’arte Philippe Daverio, il referente del Gruppo FAI Giovani di Bergamo Riccardo Fogaroli e Clara Bartolocci del FAI Giovani di Roma.

Le Primarie della cultura nascono dallo spirito di iniziativa dei giovani del FAI per dare voce a tutti gli italiani che con la legge elettorale vigente  (il famigerato “porcellum” non possono scegliere chi eleggere ma possono suggerire le priorità e le emergenze su cui il nuovo Parlamento dovrà lavorare.

Clara Bartolocci  spiega come si vota per le Primarie della cultura: “Possiamo collegarci al sito Primariedellacultura.it e scegliere fino a tre dei 15 temi proposti. Per farlo abbiamo tempo fino al 28 gennaio”.

 La bellezza come strumento per creare cittadini consapevoli

Uno dei temi “all’ordine del giorno” per le Primarie della cultura è la richiesta di aumentare il numero di ore di Storia dell’arte alle Scuole superiori. Per Philippe Daverio non è importante solo insegnare la Storia dell’arte ma soprattutto “insegnare la cultura civica nelle nostre scuole”, far nascere quindi cittadini attenti”.

Ilaria Borletti Buitoni – in un ampio servisio sul sito del FAI – evidenzia che la disattenzione con cui spesso viene considerata la cultura non corrisponde alla sensibilità di molti italiani: “Gli italiani vogliono che si mostri un’attenzione diversa nei confronti del patrimonio culturale, capire la cultura oggi significa capire l’Italia di oggi”.

Il patrimonio culturale dell’Italia è una preziosa risorsa per il nostro Paese. Daverio però sottolinea: “La bellezza dell’Italia non serve solo a fare turismo ma anche a formare delle generazioni successive alla nostra che abbiano consapevolezza. Nella nostra radice storica sta l’energia per il nostro domani.. Noi siamo il popolo che ha avuto la più alta capacità distruttiva del nostro patrimonio nel 20 secolo: abbiamo costruito l’orrore, cementificato l’incementificabile… ora bisogna creare catecumeni del gusto, della conservazione. Dobbiamo immaginare che il nostro vero piano Marshall sta nel recuperare il passato e ricostruire il paesaggio. Oggi dobbiamo ammettere che siamo in una situazione drammatica, pensiamo ad esempio all’Emilia Romagna o alla Sicilia, che non è stata ancora ricostruita dopo i terremoti. Il FAI ha insegnato invece che l’Italia è un museo diffuso”.

Ilaria Borletti Buitoni dà un segnale di speranza spiegando che “ ci sono molti giovani, migliaia di giovani, che rispondono alle iniziative del FAI con entusiasmo, fiducia e l’idea che le cose possono cambiare. Un piano Marshall per la cultura è possibile se lo chiediamo tutti, i punti delle Primarie della cultura sono una strada per ottenere questo piano Marshall”.

Due dei giovani del FAI raccontano la loro esperienza. Per Clara Bartolocci : “FAI significa tutelare, consegnare alle generazioni future e far vivere un Bene. Ma anche partecipare votando, esprimendo la nostra preferenza e facendo conoscere a tutti le Primarie della cultura“.

Secondo Riccardo Fogaroli “si dice sempre che i giovani non hanno diritto di parola. Il FAI dà la parola ai giovani. Noi giovani dobbiamo guidare il cambiamento, coinvolgendo tutti, invitando a partecipare alle Primarie della cultura“.

Francesco Vitale

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