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E’ Paolina la Venere Vincitrice della Galleria Borghese

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26/03/2014

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E’ Paolina la Venere Vincitrice della Galleria Borghese

Venere vincitriceIl 29, l’ ultimo sabato di marzo, complice il bel tempo,  Ancilia ci accompagnerà per una visita guidata alla Galleria  Borghese. Situata nel verde del parco pubblico più amato dai romani, Villa Borghese,  la villa è un autentico scrigno di tesori artistici, frutto del collezionismo del Cardinale Scipione Borghese, che agli inizi del XVII secolo fece realizzare questo splendido edificio proprio per collocarvi la sua raccolta. Imperdibili la serie di sculture realizzate per il cardinale dal giovane Gian Lorenzo Bernini, Enea, il ratto di Proserpina, Apollo e Dafne e il David,a seguire i capolavori di Caravaggio, la mirabile Paolina Bonaparte, sorella prediletta di Napoleone e sposa del principe Camillo Borghese, ritratta dal Canova come Venere Vincitrice.

Leggiamo da Wikipedia che in attinenza con l’antica tradizione artistica romana di rappresentare individui mortali in atteggiamenti divini e di esaltare la bellezza femminile morbidamente distesa sul triclinio, la scultura fu commissionata dal marito di Paolina Bonaparte, Camillo Borghese, e scolpita a Roma dal 1805 al 1808, durante il suo matrimonio con l’esponente della famiglia dei Borghese dallo stesso marito. Fu quindi trasportata nella casa torinese di Camillo, poi a Genova, per arrivare infine nella sua attuale collocazione all’interno della Galleria Borghese di Roma intorno al 1838.

I nudi artistici non erano molto comuni tanto che i soggetti di alto rango presentavano di solito dei drappeggi posizionati in modo strategico, per quanto Canova abbia prodotto un’altra scultura di nudo artistico riguardante un altro rappresentante della famiglia Bonaparte, vale a dire il Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore del 1806.

Si è molto discusso – ci ricorda ancora Wikipedia – se Paolina Bonaparte abbia effettivamente posato nuda in quanto solo la testa è una rappresentazione realistica, mentre il busto nudo è più attinente ai canoni di bellezza neoclassica. Quando le fu chiesto se avesse davvero posato in abiti così succinti davanti allo scultore, Paolina, a quanto si dice, rispose che c’era una stufa nello studio che la teneva calda, anche se questa affermazione può suscitare molti dubbi o essere interpretata come una battuta per provocare scandalo.

Paolina tiene in mano una mela che evoca la vittoria di Afrodite nel Giudizio di Paride: quest’ultimo doveva scegliere a chi tra le deeEraAtena ed Afrodite assegnare un pomo d’oro con sopra inciso “Alla più bella” e Paride scelse la dea dell’amore. A tale riguardo, la stanza nella quale la scultura è in mostra all’interno della Galleria Borghese presenta sotto il soffitto una raffigurazione del giudizio di Paride, ad opera di Domenico de Angelis del 1779, che si ispira ad un famoso rilievo della facciata di Villa Medici.

La base di legno, drappeggiata come un catafalco, contiene un meccanismo che consente alla scultura di essere ruotata, caratteristica comune ad altri lavori di Canova. I visitatori, un tempo, potevano così ammirarla da ogni angolazione senza doverle girare intorno; oggi il meccanismo viene azionato solo in particolari occasioni di rappresentanza.

Durata visita: 2 ore  –    Appuntamento h. 11 ingresso (P.le Museo Borghese,5)

Per informazioni e prenotazioni:

(+39) 346 67 58 350
(+39) 328 00 05 067
ancilia@tiscali.it
Per prenotazioni dal web: 
www.ancilia.it

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