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Chiara Vigo custode del Bisso, la seta del mare

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23/10/2012

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Chiara Vigo custode del Bisso, la seta del mare

La seta più preziosa viene del mare. Il Bisso, la seta del mare appunto, ha una storia che si perde nella notte dei tempi. La Bibbia ne parla come tessuto del Re Salomone, della Regina Ecuba, così come pure Aristotele ne racconta. Il bisso si ottiene da un filamento che secernono alcuni molluschi che si trovano nei fondali dell’Isola di Sant’Antioco in Sardegna. Dopo un’accurata pulitura da residui marini come alghe e conchiglie, viene tessuto e tinto secondo un’antichissima tradizione che rimanda addirittura ai Fenici. Chiara Vigo, tessitrice sarda, è l’unica in Europa ed una delle poche al mondo che ancora tesse questa “seta del mare”. Un’arte unica e complessa, dalle regole ferree dettate dal giuramento dell’acqua che ne vieta l’utilizzo per arricchimento personale: il Bisso è e deve rimanere bene di tutti, come il mare. Chiara Vigo porta avanti un’arte complessa, che richiede maestria e pazienza: tinge il suo bisso con erbe che raccoglie durante il periodo di luna nuova, lo stende solo quando tira il libeccio, lo tratta con il latte di capra e lo fila solo con un fuso di canna passando poi al lavoro su un pesantissimo telaio in legno, ripetendo all’infinito gesti di certosina precisione.

Con questo preziosissimo tessuto venivano realizzati abiti di pregio inestimabile riservati a Papi e Regine o Capi di Stato. Oggi si può raggiungere in un anno una raccolta di seta di circa 600 grammi, una quantità minima che ne permette l’utilizzo solo allo scopo di conservarne la storia. Ed è questo l’obiettivo di Chiara Vigo che ha appreso questa antica arte da sua nonna: “Mi sono preoccupata per anni di studiare l’eco-sistema della mia Isola – racconta sul suo sito web – in maniera da scoprire che in particolari periodi dell’anno il fango dei fondali della laguna diventa morbido per le particolari condizioni climatiche e quindi è possibile estrarre l’animale senza fargli male ed è anche possibile tagliare la seta e rimettere a dimora l’animale senza danneggiarlo, ottenendo in regalo dal mare quanto indispensabile a produrre tessuti di pregio inestimabile destinati al piacere di tutti ma riservati alla sola conservazione storica di questa arte”.

Una delle sue più affascinanti opere è un arazzo in miniatura, sul quale è impressa la figura stilizzata di un leone, Ma le suo opere sono famose in tutto il mondo, parlano dei suoi lavori anche in Giappone. La sua storia inoltre è stata raccontata nel libro di Susanna Lavazza “Dal buio alla luce, il bisso marino e Chiara Vigo”. Giovedì 18 ottobre invece l’artista racconterà i segreti della sua arte in una conferenza al Museo della Civiltà Contadina del Mendrisiotto nel comune di Stabio (Svizzera) dove un tempo si allevavano bachi da seta, per un ideale gelmellaggio tra la sera di “terra” e quella di “mare”. (l.p.)

 

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