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Capitale Europea della Cultura 2019, le candidate italiane

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04/09/2013

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Capitale Europea della Cultura 2019, le candidate italiane

Grazie all’idea avuta dai ministri della cultura della Francia Jack Lang e della Grecia Melina Mercouri, dal 1985 l’Unione Europea sceglie annualmente un capitale della Cultura, ovvero una città premiata per aver ideato un programma culturale che abbia dato  importanza tanto alla dimensione europea quanto alla città e ai cittadini. Il 2019 sarà l’anno dell’Italia e della Bulgaria; per questo, 21 tra le più belle nostre città hanno già pronti i dossier da presentare alla  preselezione del 20 settembre. In quella data una Commissione mista (sette membri nominati dall’Europa e sei dall’Italia) dovrà cominciare a delimitare la scelta a 3-5 città. La decisione sulle finaliste verrà presa entro novembre e tra il 2014 e il 2015 sapremo quale città italiana sarà la Capitale Europea della Cultura 2019.

Al Nord le città candidate sono Mantova e Bergamo, Venezia, Ravenna e Torino. In particolare, Bergamo ha stretto un accordo con il Circuito Città d’Arte della Pianura Padana dove artisti, studenti e imprenditori si ingegneranno per la modernizzazione della città; Venezia si candida come ”macroregione” insieme al Nordest per poter avviare, ad ogni modo, un percorso sinergico di crescita con i territori confinanti; Torino, dove ogni anno ha luogo la fiera del libro, ha adottato come punto cardine del suo progetto proprio l’editoria, debuttando con un libro di Riccardo Lala sulle strategie per risanarsi dalla crisi.

Il Castello di Racconigi nei dintorni di TorinoNel centro Italia si danno da fare Urbino – patrimonio Unesco, città di Raffaello e sede di molte scuole formative come l’ISIA e quella di Giornalismo-  e L’Aquila, che insieme a tutto l’Abruzzo dal 6 aprile 2009 non ha smesso un attimo di combattere per rialzarsi. Importante anche la candidatura di Siena, che con questa iniziativa vuole cogliere un’opportunità importante di rilancio della propria identità ed economia per creare posti di lavoro attraendo risorse e talenti, dare spazio ad una nuova generazione di imprenditori e  divenire meta di un turismo migliore.

Il sud conta sulla partecipazione di città importanti come Palermo, Lecce, Taranto, Caserta e Matera. Tutte impegnate, in primo luogo, a spogliarsi del velo che per troppo tempo le ha rese invisibili. La Sicilia ha intenzione di riscattare tutte le condizioni negative che ha subito in passato dimostrando di avere ”coscienza civica diffusa dei valori costituzionali di libertà, la cultura della convivenza con il diverso, la cultura dei diritti, la difesa, promozione e libera fruizione del proprio patrimonio culturale comunitario materiale ed immateriale come catalizzatore dello sviluppo economico endogeno stabile e quindi come vero ‘diserbante’ nei confronti della mala pianta della mafia”.Un bellissimo esempio di barocco leccese

Fotografia a contrasto quella di due città vicine come Lecce e Taranto, dove la prima si presenta come un paradiso di spiagge, mentre la seconda vive ancora un incubo postindustriale come quello dell’Ilva.

La Basilicata candida Matera, città fortemente rivalutata che lo scorso Natale ha portato il presepe a piazza San Pietro e che ora vuole far rinascere gli spazi urbani partendo dai sassi che l’Unesco ha fatto suo patrimonio. Il consulente del progetto è Charles Landry, accanito sostenitore del movimento globale, e a coordinare i lavori ci sarà Paolo Verri, già direttore del Salone del Libro di Torino.

La vincitrice  del beauty contest sarà erogato un versamento di 1 milione e mezzo di euro per rendere possibile l’attuazione del programma, con l’augurio che abbia carattere duraturo e sia un trampolino di lancio per lo sviluppo della città.

”Uniti nella diversità” è il motto dell’Unione Europea, che dedica molte energie alla Cultura. E la scelta della “Capitale Europea” è sicuramente un momento importante nella vita dell’Unione.

Giulia Coia

Fonte: http://www.europarlamento24.eu

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