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“Bellissima Italia!”, con Luca Nannipieri un viaggio tra splendori e miserie

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02/08/2018

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“Bellissima Italia!”, con Luca Nannipieri un viaggio tra splendori e miserie

cattolica_stilo_5“L’Italia è il paese della bellezza. Proviamo amore, protezione, sdegno o in sofferenza, perché questi luoghi sono nostri e noi siamo in loro”. Lo scrive il giornalista e saggista Luca Nannipieri (che ha curato la rubrica “SOS Patrimonio artistico” del Caffè di RaiUno),nelle pagine introduttive al suo libro“Bellissima Italia!Splendori e miserie del patrimonio artistico nazionale”, in coedizione tra la Rubbettino e Rai Eri, uscito due anni fa (luglio 2016, euro 14) dallo stabilimento dell’editore calabrese di Soveria Mannelli. Questo libro – precisa l‘autore, fin dalla prima riga  – pur descrivendo luoghi e monumenti sparsi in tutte le regioni italiane <non è una guida turistica> perché <chiese, abbazie, palazzi affrescati, acquedotti, fontane, piazze, università, caffè, siti archeologici, musei e pale d’altare non sono lì a dirci che cosa siamo stati, ma che cosa siamo>. Il libro è un viaggio per guardare, scoprire e conoscere il patrimonio delle nostre terre, che è nostro  e che è stato impastato nei secoli da guerre, carestie, tirannie, costumi locali.

Nel libro si parla ovviamente del degrado in cui versano molti di questi monumenti, a volte sfruttati dalla criminalità o diventati lugubri scenari della prostituzione, altre volte non ancora recuperati alla fruizione pubblica dopo i danni dei terremoti (vedi l’Aquila). Ma si parla anche, e molto di più,  delle <glorie e delle possenze di ciò che abbiamo intorno a noi e anche di quante persone, comitati, associazioni, fondaziomi, parrocchie stanno cercando di dare loro vita e memoria>.

Un viaggio che comincia dalle chiese rupestri tra Taranto e Matera,  prosegue nelle necropoli etrusche e tra le vestigia romane ad Anzio, Sperlonga e Formia, tra le biblioteche  storiche di Firenze, le tracce a Roma dell’arte fascista, i teatri storici di Parma e Piacenza, l’arte contemporanea tra Pistoia e Prato, le case d’artista a Roma, Barga e Lucca. E ancora luoghi poco conosciuti a Napoli, Novara, Pavia, Dozza e in Calabria.

Il senso di tutto il libro è che siamo noi cittadini i custodi del nostro patrimonio, “siamo noi che diamo senso ai luoghi che attraversiamo, che abitiamo, di cui sentiamo memoria e dignità”. “Non siamo passeggeri verso questi luoghi. Ne siamo possidenti”.   <Siamo noi – sostiene Nannipieri – che diamo senso ai luoghi che attraversiamo, che abitiamo e di cui sentiamo memoria e dignità>. Siamo noi cittadini – aggiunge – che siamo corresponsabili della loro tutela e conservazione, come è scritto chiaramente nell’art.9 della Costituzione.

<I costituenti non scrissero, come inizialmente alcuni ipotizzarono – ricostruisce Nannipieri –  che “i monumenti artistici , storici e naturali sono sotto la protezione dello Stato”. Con sguardo lungimirante sostituirono al termine ‘Stato’ il termine ‘Repubblica’. Qual è il motivo di questo cambiamento di parola, apparentemente di poca pregnanza, da Stato a Repubblica? I costituenti capirono che, a tutelare il patrimonio storico artistico non deve essere chiamato anzitutto lo Stato, cioè una istituzione, un’entità sovrana, ma più ampiamente  significativamente la sinergia tra i cittadini, i corpi sociali attraverso cui si organizzano nei territori (associazioni, comitati, cooperative, consorzi, imprese…) e le istituzioni di cui si compone il Paese. Cioè noi! Aver scritto Repubblica e non Stato ha di fatto impegnato direttamente tutti noi cittadini, noi persone, ponendoci in una posizione di prima fila, di primarietà, rispetto alle istituzioni, nella scelta di cosa tutelare e come preservare il patrimonio presente nei territori. La Costituzione, cioè non dice “cittadini, avete la facoltà di occuparvi di occuparvi o non occuparvi del patrimonio, perché tanto, al posto vostro ci pensa lo Stato”. Al contrario, noi individui – conclude Nannipieri – abbiamo il dovere di conservalo e  concorrere al suo sviluppo>.

Da qui il viaggio “scritto” di Nannipieri “Bellissima Italia!”, nei <luoghi di memoria, di affezione, di ricerca, di riconoscimento identitario, non essendo mossi da alcuna spavalderia – conclude – che non sia lo spavaldo amore che abbiamo per essi>.

Un libro assolutamente da leggere, dunque, che ci fa capire quanto stiamo perdendo in violento degrado e cupo disinteresse. Nannipieri scrive di arte e cultura per Panorama e Il Giornale, dopo aver collaborato con Libero, Europa e Corriere della Sera. Partecipa spesso, come esperto d’arte, ai programmi di La7, Canale5 e Sky Tg24. Con Rubbettino ha pubblicato Libertà di cultura (2013) e Arte e terrorismo (2015).

Ramona Calvino

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