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Una candidata italiana al “Nobel” per l’insegnamento

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14/01/2016

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Una candidata italiana al “Nobel” per l’insegnamento

La vedi spesso in tv, sempre sorridente e sempre convincente con le sue ricette per la scuola e per il quartiere dove lavora: è Barbara Riccardi, 49 anni, da 26 insegnante di scuola elementare nel quartiere periferico romano di Spinaceto. E’ stata selezionata tra i 50 finalisti – su oltre 8.000 candidati – del “Global Teacher Prize”, una sorta di premio Nobel per l’insegnamento assegnato dal 2014 dalla “Varkey Foundation”. Il premio viene conferito in marzo a Dubai, nel corso di una spettacolare cerimonia, alla presenza di capi di Stato e di super-docenti  di tutto il mondo. Un premio nato nel 2014 per migliorare la reputazione dell’intera categoria e per far conoscere le migliaia di storie di «eroi» (questo spesso sono i maestri)  che hanno trasformato la vita dei giovani.

La Fondazione Varkey istituì il “Global Teacher Prize” – si legge  sul sito –  crede che un’educazione attenta e consapevole possa facilitare l’espressione del pieno potenziale delle giovani generazioni. La figura degli insegnanti nelle nostre culture è la chiave per il nostro futuro globale”.

E, infatti, vanno lette in quest’ottica le parole di Vikas Pota, direttore della Fondazione, a proposito di Barbara Riccardi, scelta “per la sua capacità nel creare legami tra studenti di diverse culture e Paesi, attraverso programmi di scambio e progetti di inclusione».  Non solo, come ha ricordato il fondatore stesso della Varkey, Sunny Varkey, filantropo miliardario di origini indiane: « c’è bisogno di grandi insegnanti per formare menti straordinarie, che possano risolvere i problemi del mondo» e quindi« alzare il livello di rispetto nei loro confronti serve ad attirare i candidati migliori».

La prima edizione del premio fu vinta da Nancie Atwell, 63 anni, che ha avviato nel 1990 una demonstration school, scuola laboratorio che serve da modello e caso di studio per altri insegnanti.  Qui, dalla prima elementare alla fine delle medie, gli alunni della scuola (il Center for Teaching and Learning) leggono in media 40 libri a testa all’anno (contro i 5 della media Usa); scrivono ognuno una ventina di racconti, poesie, recensioni, che vengono pubblicati su riviste o sul sito del Centro; e soprattutto diventano presto autonomi nell’apprendimento. Con risultati scolastici molto alti. Il 97%, poi, prosegue gli studi e si iscrive a college e università anche eccellenti, come Harvard o Chicago, come ci ha riferito Antonella De Gregorio, sul Corriere della Sera, in una recente intervista.

Parole che non lasciano adito a dubbi sull’importanza del lavoro svolto dalla prof. Riccardi in questo quarto di secolo nelle scuole. A partire dalla capacità di fare rete e di mettere in connessione realtà molto diverse tra loro e distanti anche a livello geografico. E’ sua, infatti, l’idea di avviare un progetto di scambio culturale con delle scuole parigine al fine di permettere ai bambini dalla prima elementare alla terza media di confrontarsi con la diversità, rendersi conto delle differenze tra un sistema e l’altro, tra una cultura e un’altra. Il tutto accompagnato da lezioni di lingua e di cultura per favorire l’apertura mentale dei discenti a realtà diverse e formare alunni consci dello mondo “aperto” in cui vivranno.

Ma non solo: “nel quartiere di Roma “Quarticciolo” ha rimesso su alla meno peggio i locali, insieme ad una mamma. La mattina andava a prendere i bambini con la sua auto, con tutte le responsabilità del caso, da casa in parrocchia. La madre, prima di andare a lavoro, preparava il sugo per organizzare un pasto e si passava il tempo approcciando i giochi sport: minivolley, mini baseball e facendogli fare i compiti per le vacanze. La caratteristica peculiare, la cooperazione e il mutuo aiuto tra di loro, essendo gruppi di diverse età, i grandi facevano da tutor ai più piccoli insegnando loro regole e materie. Una gran bella esperienza di vita che l’ha vista crescere dal punto di vista umano e professionale (da masterprof.it). E che le è valso già il suo primo importante riconoscimento: nel 2010 ha ricevuto una medaglia al merito dal presidente della Repubblica per aver organizzato campi estivi per bambini di famiglie senza mezzi.

Se dovesse vincere questa volta il premio sarebbe davvero cospicuo: un milione di dollari. Ma bisognerà aspettare marzo per cantare vittoria, nel frattempo la Riccardi ha già dichiarato:

«Aprirei uno spazio polivalente, aperto anche al pomeriggio, per lo sport e i corsi di recupero per i bambini stranieri». Oltre a far sistemare gli infissi e l’impianto di riscaldamento della scuola, doterebbe ogni classe di una Lim (Lavagna interattiva multimediale, ndr) e coinvolgerebbe più ragazzi negli scambi culturali con altri Paesi.

Sabato Angieri

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