Appello da Napoli: salviamo la casa del medico santo
“Salvare la casa di Giuseppe Moscati” è l’appello lanciato dai devoti del medico santo a seguito della decisione del Comune di Napoli di inserire la casa nella lista dei patrimoni in dismissione, il cui prezzo stabilito dalla giunta di Luigi de Magistris, è pari a circa 600 mila euro.
L’appartamento, meta di culto soprattutto per i napoletani, si trova nel cuore di Napoli al terzo piano di un palazzo in via Cisterna dell’olio 10 (nei pressi della chiesa del Gesù Nuovo e del monastero di Santa Chiara), luogo in cui Giuseppe Moscati operò per tutta la vita fino al giorno della sua scomparsa. Un luogo, oggi lasciato nel degrado, che rischia di diventare solo un ricordo importante.
Per circa 50 anni la signora Elena Fazio, devota del medico, è stata l’unica persona ad effettuare (a proprie spese) i lavori di ristrutturazione della casa; invece, a custodire il mobilio e le reliquie del santo sono stati i Gesuiti che ancora oggi, in un’apposita cappella espositiva nella chiesa del Gesù Nuovo, è possibile ripercorrere la vita del santo. Alla protesta dei fedeli da ogni parte del mondo, anche attraverso una petizione on-line (1000 firme raccolte in 5 giorni), il Comune ha dato piena disponibilità a trovare una soluzione che ancora oggi tarda ad arrivare.
Giuseppe Moscati, settimo di nove figli, nacque a Benevento il 25 luglio 1880 e dopo aver conseguito una laurea a pieni voti in medicina, con una tesi sull’urogenesi epatica, mosse i primi passi di medico nell’Ospedale degli Incurabili a Napoli; conseguì importanti successi sia come medico e sia come ricercatore e docente universitario e dedicò la sua attività e la sua vita alla carità, all’assistenza dei sofferenti, anche nei quartieri più poveri ed abbandonati della città curandoli gratuitamente ed aiutandoli economicamente.
Il 12 aprile 1927 Giuseppe Moscati morì in casa, nel pomeriggio, dopo un improvviso malore all’età di 47 anni; dapprima sepolto nel cimitero di Poggioreale, il 16 novembre 1930 venne poi traslato presso la chiesa del Gesù Nuovo dov’è tutt’ora in un’urna bronzea realizzata dal prof. Amedeo Garufi e alla sua sinistra (come da foto), il 7 ottobre del 1990 venne inaugurata la statua di bronzo ad opera dello scultore prof. Luigi Sopelsa. La statua fu benedetta da papa Giovanni Paolo II a Benevento e poi trasferita a Napoli.
Il 16 novembre 1975, il medico santo è stato proclamato Beato da papa Paolo VI durante una solenne celebrazione in piazza San Pietro a Roma, e poi davanti a 100 mila persone, a 60 anni dalla morte, fu proclamato Santo il 25 ottobre 1987 da papa Giovanni Paolo II. La sua festa liturgica ricorre il 16 novembre.
Oggi Giuseppe Moscati è ricordato anche come il medico povero per come vestiva e per la sua singolare umiltà d’animo. Per tutta la vita è stato assistito da Nina, sua sorella. (Fabio Pariante)
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