Angioletta Coradini e la bellezza dell’Universo
Lei la bellezza l’aveva scoperta nell’Universo e ha speso gran parte della sua vita a scoprirne i segreti e le regole di funzionamento. Lei è Angioletta Coradini prematuramente scomparsa un anno fa.
Conosciuta a livello internazionale per l’importante ruolo che ha avuto nella planetologia e nelle scienze dello spazio, ha ricevuto in questi giorni riconoscimenti postumi prestigiosi come il Jean Dominique Cassini Medal & Honorary Membership 2012 e la Distinguished Public Service Medal della NASA, per gli studi condotti su corpi grandi e piccoli del sistema solare e per gli studi sulla formazione dello stesso sistema solare. La più alta onorificenza che la NASA concede a ricercatori non americani e non dipendenti della Nasa.
Non c’è sonda, o quasi, nel nostro sistema solare che non abbia la sua impronta. Ha partecipato a ricerche internazionali per la messa a punto di strumenti cruciali per il successo di molte missioni interplanetarie. Ricordiamo, ad esempio, il Planetary Fourier Spectrometer e l’Omega Imaging Spectrometer per la missione Mars-Express dell’ESA. E’ stata Principal Investigator per lo spettrometro ad infrarosso termico della missione Rosetta e per gli spettrometri di Dawn, la missione che sta studiando gli asteroidi Cerere e Vesta.
Giovanni Bignami, presidente dell’Inaf, parlando al convegno”Sole e Sistema Solare: Progetti Spaziali Italiani”, organizzato per ricordare la figura della scienziata, ha annunciato che si è deciso di istituire un premio intitolato ad Angioletta Coradini, indirizzato a giovani planetologi, che verrà bandito nei prossimi mesi. “Angioletta – ha ricordato – è la persona che ha cominciato la planetologia in Italia e dobbiamo a lei fondamentali strumenti scientifici oggi in volo su sonde come Cassini e Rosetta”.
Rita Lena
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