Alla Triennale “In Atelier”, Aurelio Amendola
Alla Triennale di Milano, fino a domenica 8 giugno, va in scena una singolare mostra del grande fotografo Aurelio Amendola che gira intorno a un’idea centrale: esplorare l’atelier dell’artista, luogo cruciale in cui l’opera d’arte viene concepita, realizzata e infine contemplata, ma anche spazio di vita e di autorappresentazione dell’artista stesso.
Le fotografie coprono un arco temporale che va dal 1970 ad oggi. Tra gli artisti fotografati da Amendola troviamo Alberto Burri, Renato Guttuso, Jannis Kounellis, Giorgio de Chirico, Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Michelangelo Pistoletto, Emilio Vedova. E ci sono anche scatti inediti realizzati per la mostra che ritraggono Emilio Isgrò, Nino Longobardi e Mimmo Paladino.
La mostra è curata e organizzata dagli studenti del corso di laurea IULM Arti, Patrimoni e Mercati, coordinati da Vincenzo Trione con Anna Luigia De Simone e Veronica Gaia di Orio.
Dopo la personale su Claudio Abate la Triennale di Milano e l’Università IULM hanno infatti scelto di continuare il racconto della fotografia italiana, attraverso la figura del maestro Aurelio Amendola.
Nato a Pistoia, muove i suoi primi passi come fotografo immergendosi nel mondo della scultura antica del Centro Italia. Nel corso degli anni il suo interesse si espande verso l’arte contemporanea e i suoi protagonisti.
L’esposizione è suddivisa in quattro sezioni.
Michelangelo verso la contemporaneità: presenta un omaggio a Michelangelo Buonarroti la cui scultura è tra i soggetti più ricorrenti e affezionati del fotografo. La scelta di inserire le sequenze fotografiche scattate alla Pietà Rondanini rappresenta un omaggio alla città di Milano.
Officina creativa: racconta l’idea della genesi del processo creativo. In particolare si concentra sul luogo in cui l’artista concepisce le proprie opere. L’atelier assume importanza come ambiente che rispecchia le personalità e l’estro degli artisti.
Happening: raccoglie alcuni momenti unici nell’opera di alcuni tra i più importanti artisti contemporanei. Un momento del fare artistico che Amendola, testimone privilegiato, documenta attraverso i suoi scatti, immortalandone la creatività performativa.
Opera d’artista: il processo creativo volge al termine. Le fotografie esposte narrano il rapporto tra gli artisti e la loro creazione finita.
La mostra è arricchita da un’intervista ad Amendola visibile sui monitor lungo il percorso espositivo, un magazine con interventi critici sull’artista e un catalogo edito da Fmr.
Fabio Appetiti
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